La Festa di San Giuliano
S. GIULIANO DI LE MANS
PATRONO PRINCIPALE DI CASTROVILLARI


La festa di San Giuliano, santo Patrono della città di Castrovillari, ricorre ogni 27 gnnaio, per ricordarci che apparteniamo ad una Comunità; ricorre per darci l'opportunità di essere coesi, partecipi e disponibili ad ascoltare Dio sull’esempio di san Giuliano. Rinnovare ogni anno questo significativo momento di devozione e tradizione popolare significa ritrovarci come Comunità autentica scevra da ogni tipo di qualsivoglia tifoseria campanilistica o da bieche logiche autoreferenziali, autocelebrative e mistificanti che logorano e consumano profondamente.

Se, storicamente, la chiesa di san Giuliano è tra le più antiche e importanti chiese di Castrovillari, nonostante siano veramente poche le notizie relative alla sua fondazione, alcuni storici antichi tra cui Don Domenico Casalnuovo citano il più antico documento che riguarda la chiesa e che risalirebbe al XII secolo, allorché l'imperatore svevo Enrico VI avrebbe fatto una donazione al clero di san Giuliano, ma lo stesso Casalnuovo non indica la provenienza della fonte riguardo a tale donazione. Se la chiesa originaria era, probabilmente, un edificio molto piccolo, posto fuori dall'abitato e dunque fuori dalla prima cinta muraria, non vi è alcun fondamento storico, né indagine archeologica a conferma del fatto che il campanile della chiesa sia stato in realtà una torre della cinta muraria. La chiesa, Basilica Minore Pontificia dal 2011, è dedicata a san Giuliano, primo vescovo di Cenomania (Le Mans) per 47 anni e il cui culto venne introdotto e diffuso in Italia meridionale e a Castrovillari dai Normanni, nell’XI secolo, ma le fonti sulla vita di questo santo straordinario sono, anch'esse, ad oggi, tutte poco chiare, sebbene sembra che egli debba essere collocato nella seconda metà del I secolo d. C. . Le fonti, infatti, concordano nel ritenere san Turibio, con il quale san Giuliano aveva compiuto opere di predicazione in Gallia, successore dello stesso san Giuliano nella diocesi di Cenomania, collocati entrambi nella seconda metà del I d. C.. Ordinato Vescovo a Roma, sarebbe stato inviato in Gallia a predicare il cristianesimo da san Pietro o da papa Clemente I dopo l'anno 90 d. C. Se le vicende agiografiche sono belle e suggestive, intrise di miracoli e di leggende come del resto tutte le agiografie, quello che ci deve toccare è la vicenda spirituale del Santo, del suo intenso apostolato tra i pagani e della sua missione di intercessione per noi presso Dio. Egli è amico e ci vuole amici, lontani da insidiose chiusure mentali che nulla hanno a che fare con la religiosità. D'altronde la festa di un santo patrono non è una partita di calcio, non è un derby, non ci sono vittorie e non ci sono sconfitte. Alla festa di un santo patrono non si innalzano bandiere, ma si celebra il consueto appuntamento di fede con l'amico che parla di noi a Dio, che ci accoglie nella sua dimora eretta dagli uomini su questa terra, Castrovillari o Le Mans che sia. Ad oggi non possiamo avere certezze del fatto che San Giuliano venga identificato dalla tradizione con un nobile romano appartenente alla gens Iulia o con Simone il lebbroso curato da Gesù, ma sappiamo con certezza della sua instancabile opera di evangelizzazione e chi crede, incoraggiato dall'esempio di questo straordinario vescovo missionario, si accosta senza esitare alla fede e si affida alla sua intercessione senza bisogno di alcuna disquisizione storica con documenti già molto carenti in quantità e affidabilità. S. Giuliano con una mano benedicente e l'altra a reggere con decisione la torre - simbolo della città si tende misericordioso verso tutti noi con fare protettivo come l' amico ostinato e coerente che continua a interessarsi per tutti noi, di ciò che noi rappresentiamo come comunità, in un preciso tempo e in un preciso luogo che è tuttavia ogni tempo e ogni luogo.

Circa la storia della chiesa di S. Giuliano- afferma il neo Rettore Sac. Carmine De Franco - e degli eventi che si sono susseguiti, vissuti e sviluppati nell’area geografica circostante la chiesa, non sono soggetti a formule dogmatiche, ma in divenire. Quindi per parlarne, con umiltà, bisogna avvicinarsi al materiale cartaceo e reperti vari che quasi quotidianamente, il Cav. Di Gaetani ha portato alla luce. Il ricercatore è innanzitutto un servitore della verità non un seminatore di dubbi, non deve mai perdere di vista che la storia non è un insieme caotico e disarticolato di epoche e di avvenimenti, ma è un flusso dinamico progressivo in cui, soprattutto l‘uomo di fede vede il realizzarsi lento ma inesorabile il piano di Dio, così anche la storia antica o recente della Basilica di S. Giuliano e l’area adiacente, non è un punto insignificante nel fluire del tempo storico in cui è inserita, ma n’è come l’erede e la continuatrice in seno alla millenaria Diocesi di Cassano all’Jonio.

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