Francesco Gaetani, sostenuto
tenacemente dal Parroco Don Carmine Donadio e con non pochi
sacrifici di entrambi, il 1955 riuscì ad organizzare a Catrovillari
il primo gruppo A.G.E.S.C.I. (Associazione Scout Cattolici
Italiani) che battezza con il nome Cv1 (Castrovillari 1). Il 1974,
avviene la fusione fra l'A.S.C.I. e l'A.G.I. dando vita all'A.G.E.S.C.I QUESTA CHIESA DEI SACRI CUORI,
CHE E' VOSTRA MADRE, VI DICE GRAZIE
AGESCI
Buon Compleanno 1955 - 2005
A G E S C I
Cv. 1, di cuore, buon compleanno da Parroco
e dalla comunità dei Sacri Cuori.
1955-2005
Amore per il servizio
e il sacrificio fino all’eroismo
Francesco Gaetani, il 1955 riuscì, con non pochi sacrifici, ad organizzare a
Castrovillari il primo gruppo A.S.C.I.(Associazione Scout Cattolici Italiani)
che battezza con il nome di Cv1(Castrovillari 1). Il 1974, avviene la fusione
fra l’A.S.C.I. e l’A.G.I. dando vita all’A.G.E.S.C.I.
Questa associazione, ben strutturata al suo interno, è nata con la Chiesa del
“Sacri Cuori”, anche se il titolo dell’epoca era ancora “S. Giuliano in S.
Lucia”. Questa associazione, guidata amorevolmente dalla Comunità Capi e curata
dall’Assistente Ecclesiastico che ha coinciso sempre con il Parroco e quindi il
primo è stato D. Carmine Donadio, per un breve periodo da D. Attilio Fuscaldi,
D. Dalvatore Di Marco e ora l’attuale Parroco.
L’A.G.E.S.C.I. per l’intera comunità di Castrovillari è un dono di Dio. È un
ambito nel quale, anche se attraverso naturali difficoltà e comprensibili
disagi, ogni figlio di questa città ha avuto e ha, come in ogni altro gruppo
ecclesiale, l’opportunità di crescere spiritualmente ed umanamente, attingendo
gli insostituibili valori cristiani; ad ognuno viene data la possibilità di
formarsi integralmente. Purtroppo, in questi ultimi anni, si è riscontrato che è
stata data assai importanza all’azione e si è dato poco tempo alla formazione.
Ciò ha comportato un calo del senso di Chiesa intesa come ambito nel quale
ognuno realizza integralmente se stesso come cristiano, e quindi una perdita del
senso del “bene comune”. Si è accentuata la difficoltà a collaborare, a
spendersi, insieme ad altri, per qualcosa che può essere utile a tutti. In
questo contesto, la Parrocchia intende impegnarsi affinché, attraverso la vita
associativa, si aumenti la
rete
di comunicazione, di conoscenza reciproca e di dialogo, per un
cammino capace di coinvolgere, ancora oggi, tanta gente sulla
strada della partecipazione, della pienezza di vita, della
responsabilità.
Nasce quindi la necessità di educare al valore della partecipazione intesa in
primo luogo come coscienza del proprio “appartenere ad una comunità più ampia
della famiglia e della "città”che è la Chiesa, popolo santo di
Dio. Avendo chiari questi motivi occorre fare chiarezza sugli
atteggiamenti concreti da perseguire affinché ogni membro si trovi
non solo a “parlare” ma a “fare esperienza” di partecipazione.
L’ideatore dello scoutismo è Robert Baden Powel che ha sempre
visto nello spirito la ricchezza e la forza dell’uomo e nella
religiosità un talento da riconoscere e sviluppare se si vuole
ottenere la crescita armonica della persona. Nel libro dei CAPI,
R.B.P. traccia il fine dello Scoutismo: “lo scopo dell’educazione
Scout è quello di migliorare le qualità dei nostri futuri
cittadini, specialmente per quanto riguar da il carattere e la
salute, di sostituire l’egoismo con il servizio,rendere i giovani
individualmente efficienti, sia nel fisico, che nel morale, al
fine di utilizzare questa efficienza al Servizio del prossimo”. Un
programma, che prende tutta la persona: fisico, spirito e anima e
ne sviluppa la personalità per farne un buon cittadino. Lo
Scoutismo, come ogni altro ambito ecclesiale, è la scuola che
forma le coscienze, ponendo le basi attraverso l’azione mirata,
saggia, prudente, guidata dall’Assistente Ecclesiastico, per un
futuro inteso come “civiltà dell’amore”. Espressione tanto cara a
Giovanni Paolo II, che indica un passaggio di qualità, oltre che
di età, verso il terzo millennio. Lo Scoutismo propone un “tipo di
uomo” che ha in sé, come dono di Dio, i mezzi del proprio
sviluppo, capace di creare e costruire, aperto alla scoperta del
mondo dell’altro, del trascendente, libero e responsabile della
propria crescita globale (spirito e corpo). La fede cristiana
assume tutti questi elementi, l’illumina e li riconosce come suoi.
Quando ciò avviene, essi divengono segno e strumenti del progetto
di salvezza realizzato dal padre nel Figlio. Allora lo scoutismo
può diventare luogo di una autentica rivelazione di Gesù Cristo
Signore. I Capi cattolici vivono la loro ricerca ed il loro
impegno cristiano camminando insieme agli Scouts. Condividendo la
loro storia essi offrono agli Scouts condizioni per far nascere
una comunità nella quale la parola di Dio sia conosciuta, accolta,
vissuta e celebrata. Questo impegno è realizzato in collaborazione
con Sacerdoti disposti a condividere questa strada con l’apporto
specifico del loro ministero nella Chiesa. La spiritualità Scout,
vissuta nella fede, appare in piena luce cristiana ed ecclesiale.
La Comunità Scout Cv 1 dei “Sacri Cuori” si distingue per la sua
sincera appartenenza e comunione con la Chiesa. Ogni membro del Cv
1 sente più forte il bisogno di essere testimone esemplare di
Cristo, con una vita improntata al servizio, al sacrificio fino
all’eroismo come si addice ai figli spirituali di R. B. Powell. I
Capi sono chiamati a vivere il carisma dello Scoutismo all’interno
del branco e reparto. Per assolvere dignitosamente al loro
delicato compito, quasi missionario, è necessario che i capi
sentano l’urgenza di frequentare corsi di aggiornamento, convegni
formativi per dare il meglio di sé a favore del gruppo. Lo
Scoutismo è, come già detto, essenzialmente momento e luogo di
formazione e d’informazione delle coscienze secondo valori veri ed
inalienabili che solo dal Vangelo, dai documenti del magistero
della Chiesa possono essere attinti. Infine, è bene tener presente
un pensiero dei nostri Vescovi: “Raccomandiamo vivamente a tutti
di seguire la pastorale parrocchiale “ordinaria” ed “unitaria”,
con i suoi momenti di liturgia, di formazione, di comunione, di
comunicazione e di impegno verso il territorio. Ricordiamo anche
che i differenti aspetti e tutte le attività della vita cristiana
ed ecclesiale devono essere condotti a questi momenti basilari.
Ribadiamo infatti il valore della crescita comunitaria, prima
ancora che associativa, e della testimonianza che paga di persona,
prima ancora delle forme organizzative. Sulle aggregazioni non
parrocchiali, parallele o affiancate a quelle parrocchiali,
desideriamo pronunciare una parola ugualmente chiara: devono
essere integrate nella pastorale parrocchiale ordinaria e non si
possono sostituire ad essa, come se fossero alternative. La
parrocchia riconosce nei movimenti la ricchezza, lo slancio, la
capacità di rinnovamento, la radicalità e la volontà di dedicarsi
a una causa; si apre cordialmente a questa ventata di aria fresca
che lo Spirito Santo suscita all’interno delle comunità cristiane,
ma al tempo stesso non può rinunciare alla sua identità di casa
comune che offre a tutti la possibilità di una appartenenza
ecclesiale che esige come condizione sola ed esclusiva di essere
battezzati e di professare la fede cattolica. Per questo la
parrocchia salva se stessa non rendendosi simile a questo o quel
movimento particolare, ma proprio accettandoli tutti e non
assimilandosi a nessuno. La comunità-parrocchia non si definisce
perché realizza una serra, ma perché copre un territorio. L’unico
biglietto d’ingresso è il battesimo, la destinazione è il mondo”.
A questo pensiero aggiungo quello autorevole del Santo Padre
inviato all’Assistente generale, Mons. Diego Coletti, in occasione
del consiglio generale Agesci per il XXV anniversario
di fondazione dell’Associazione: “...mi unisco spiritualmente a
tutti i partecipanti all’incontro, facendo pervenire un cordiale
messaggio alla benemerita famiglia delle Guide e degli Scout
Cattolici italiani, ispirato da sentimenti di stima e di affetto.
Ricordare venticinque anni di storia costituisce un motivo di
ringraziamento a Dio per il cammino percorso ed un’occasione
propizia per un bilancio dell’esperienza accumulata. Mi piace
richiamare qui quanto ebbi a scrivere in occasione della Route
nazionale del 2 agosto 1997 che, cioè, ogni membro dell’Agesci
deve guardare avanti e “come una sentinella scrutare l’orizzonte
per discernere tempestivamente le frontiere sempre nuove verso cui
lo Spirito del Signore vi chiama”
(Messaggio all’assistente Ecclesiastico Generale dell’Agesci, 2
agosto 1997: L’Osservatore Romano, 10 agosto 1997, p. 4). Mi
rivolgo a voi, carissimi Capi e responsabili, Guide e Scuot, per
ricordare che la prima frontiera verso cui tendere è la nuova
evangelizzazione. Con il vostro inconfondibile stile e con il
vostro specifico metodo educativo, annunciate sulle strade del
mondo la verità del Vangelo mediante la fedele adesione a Cristo e
al suo eterno messaggio di salvezza. Occorre, a tal fine, saper
coniugare l’amicizia con Lui e la fedeltà alla sua parola con lo
sforzo di comprendere le situazioni reali in cui si trova la
gioventù d’oggi.
Si delinea così per la vostra famiglia associativa un altro
traguardo da raggiungere: è la cosiddetta “sfida educativa”,
espressione a voi familiare. Anche da questo punto di vista, il
metodo scuot mostra la sua peculiare genialità e la sua attualità,
perché i percorsi educativi e gli itinerari di formazione alla
fede e alla vita diventano oggi sempre più complessi. Essi
richiedono da parte degli educatori una preparazione sempre più
qualificata e pertinente. In particolare, occorre saper ascoltare
e coinvolgere la persona in crescita, invitarla ad accogliere una
proposta chiara e forte, capace di far appello alla sua libertà ed
alla sua coscienza critica. Carissimi Capi Educatori ed Assistenti
Ecclesiastici, non abbiate timore di proporre ai giovani i grandi
ideali, poiché lo Scoutismo è palestra per l’allenamento alle
virtù difficili. Dinanzi agli occhi dei ragazzi e delle ragazze
che incontrate ponete la figura del Cristo: il suo eroismo e la
sua santità. E voi, in qualità di Capi e Responsabili, non mancate
mai di essere per loro di esempio, di sostegno e di valido
incoraggiamento. Altro obiettivo a cui mirare è quello di un mondo
più umano, più giusto e più sereno, alla cui edificazione lavorare
insieme con tutte le forze sane della società. È, questa, una
sfida che possono adeguatamente affrontare solo uomini e donne
consapevoli e liberi, illuminati dal Vangelo, formati alla
partecipazione attiva e alla responsabile condivisione in campo
civile. In questo contesto, si presenta oggi, con drammatica
attualità, la necessità di educare la gioventù alla pace. So che,
in merito, le Guide e gli Scout Cattolici italiani operano con
lodevole sensibilità e possono iscrivere al loro attivo un’azione
assidua ed incisiva a favore della “cultura della pace” e della
“civiltà dell’amore”. Ecco delineate tre frontiere, tre mete da
perseguire: l’evangelizzazione, la sfida educativa e la
costruzione di un mondo di pace. Nel vostro Patto Associativo sono
evidenziate alcune preziose indicazioni per raggiungerle... Vi
guidi e vi accompagni nel vostro quotidiano itinerario la vergine
della Strada. Vi protegga San Giorgio, Patrono della vostra
Associazione. E vi sia di conforto la Benedizione Apostolica che
vi dò di cuore, volentieri estendendola a tutti i membri
dell’Associazione ed alle rispettive famiglie”.
Tutti gli altri gruppi Scout presenti sul territorio di
Castrovillari, per vari naturali vicissitudini anche
provvidenziali, sono figli del Cv1, anzi, ne sono la sua
emanazione e quindi la propria casa madre.
IL PARROCO
Sac. Carmine DE FRANCO
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5 ottobre 2007
® Parrocchia
dei Sacri Cuori - Piazza Giovanni XXIII - 87012 Castrovillai (Cs)