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SALUS ANIMARUM SUPREMA LEX ECCLESIAE
ANIMA DELL’AGIRE DELLA CHIESA


Il 23 e 24 aprile la nostra Chiesa Locale ha vissuto intensi momenti di approfondimenti culturali, giuridici e pastorali nel convegno sul tema “Il Vescovo diocesano e il suo presbiterio al servizio della portio populi Dei“, voluto da S.E. Mons. Vincenzo Bertolone, pastore della Diocesi di Cassano all’Ionio. Molti sono stati i partecipanti, sacerdoti, religiosi, religiose e laici provenienti da ogni parte della diocesi.
Sono intervenuti, inoltre, S. E. Mons. Salvatore Nunnari, pastore della Diocesi di Cosenza-Santa Severina , S. E. Mons. Domenico Crusco Vescovo della diocesi di San Marco-Scalea ed una delegazione di sacerdoti della diocesi di Rossano - Cariati e di Tursi - Lagonegro. Presenti anche alcune autorità civili del nostro territorio.
Il livello del convegno è stato molto elevato. I relatori che sono intervenuti hanno dimostrato vasta cultura e grande capacità di sintesi nel trattare con competenza le tematiche loro affidate.
Più’ volte si sono soffermati sulla stretta connessione tra Chiesa “visibile”, chiamata a guidare e governare, e Chiesa “invisibile”, che assistita dallo Spirito Santo, è chiamata a santificare il popolo di Dio.
E’ stato sottolineato come l’ordine temporale è strumentale, in quanto la Chiesa è chiamata a mediare la Salvezza, poiché essa stessa è Sacramento di Salvezza; lo stesso ordinamento giuridico è finalizzato all’ attuazione del Mistero di cui è depositaria. Sono stati illustrati gli uffici e le finalità nonchè la natura e la composizione della Curia diocesana; si è parlato del Sinodo Diocesano e degli aspetti giuridici, teologici e pastorali della Chiesa Particolare sottolineando come quest’ ultima non è una parte a sé stante, ma tutta la Chiesa che opera , ascolta e serve.
Particolare attenzione è stata rivolta alla specificità degli organismi di partecipazione. Più volte è stata ribadita la corresponsabilità dei relativi membri nella missione salvifica della Chiesa
Nella seconda parte del Convegno l’attenzione è stata spostata sull’organizzazione della Parrocchia, sottolineando che in essa i presbiteri e i fedeli laici sono chiamati a condividere con spirito di comunione la missionarietà propria della Chiesa, con particolare riferimento alla figura del Parroco, al quale è affidato dal proprio Vescovo il compito di istruire, santificare e guidare le anime a lui affidate verso il conseguimento della salvezza.
Il convegno ha spalancato, come non mai, alla Chiesa particolare che è in Cassano All’Ionio, al partecipante attento ed interessato, l’orizzonte vasto dell’insegnamento del Conc. Vat. II, soprattutto sul concetto di salus animarum come anima dell’agire della Chiesa
Lo aveva già insegnato S. Tommaso d’Aquino: “finis iuris canonici tendit in quietem Ecclesiæ et salutem animarum” come principio ispiratore e strutturale dell’intero ordinamento giuridico della Chiesa
Dall’applicazione di questo fondamentale obbiettivo, Salus Animarum, scaturisce l’affermazione più chiara dell’idea di uguaglianza di tutti i fedeli nell’edificazione del Corpo di Cristo, cioè la loro comune dignità di figli di Dio rigenerati in Cristo e chiamati tutti alla santità, e la loro comune responsabilità di partecipare attivamente alla missione salvifica che Cristo ha affidato alla Chiesa(cf L.G. 32). Essendo radicata nel Battesimo, questa uguaglianza fondamentale, che è stata oggetto di approfonditi studi appare, certamente non come giustificazione dottrinale di una pretesa concezione democratica della Chiesa, ma come concetto basilare della “communio ecclesiastica”. Questa nozione fondamentale della comunione, che pervade l’intero nuovo Corpo legislativo della Chiesa, trova una primaria espressione nello statuto o condizione giuridica fondamentale dei “christifideles”, che precede ontologicamente le diverse condizioni giuridiche soggettive, sorte in base all’Ordine sacro e altri sacramenti nonché alle varie missioni canoniche, mandati o deputazioni gerarchiche per lo svolgimento di specifici offici, ministeri o funzioni ecclesiali. Ed ancora: lo sviluppo anche della dottrina sui carismi personali, con il riconoscimento della loro utilità e l’affermazione del diritto e dovere di esercitarli. Ciò si è dimostrato di grande importanza per una migliore comprensione della dimensione sociale di quei “diversi doni gerarchici e carismatici” (Lumen gentium, 4) concessi dallo Spirito alla Chiesa. Si tratta di una tensione creativa all’interno del Corpo di Cristo, che “può contribuire non solo allo sviluppo di una sana riflessione ecclesiologica, ma anche, in modo essenzialmente pratico, al buon funzionamento delle diverse strutture che consentono ai fedeli di rispondere alla loro vocazione soprannaturale e di partecipare pienamente alla missione della Chiesa. Lo Spirito Santo, infatti, anima della Chiesa ed essenza della Nuova Legge, come avevano già insegnato Sant’Agostino e San Tommaso d’Aquino, non solo non esclude ma esige l’esistenza di un adeguato ordinamento visibile, istituzionale, giuridico. Questa realtà dottrinale e, più concretamente, il riconoscimento che anche i legittimi carismi personali hanno un’incidenza nell’ambito del Diritto (per esempio, nel pieno riconoscimento del diritto associativo, nell’attiva partecipazione dei fedeli laici alla missione evangelizzatrice della Chiesa ecc.), danno una definitiva risposta alle tendenze antigiuridiche che contrapponevano carisma e istituzione e, più radicalmente, una Chiesa dei carismi ad una Chiesa del Diritto.
Gli insegnamenti emersi dal Convegno irraggeranno, nel tempo, un poderoso progressivo slancio vitale necessario alla Diocesi. Da questo evento scaturisce più chiaramente l’idea di una chiesa locale in cui ogni suo figlio, sia chierico o cristiano fedele laico, non si deve considerare “disoccupato”, ma impegnato all’unisono per l’edificazione del regno di Dio,
Nell’esposizione degli autorevoli relatori campeggia con chiarezza un altro aspetto degli insegnamenti del Conc. Vat. II ben codificato nel C. J.C.: L’Equità canonica che ha come fine proprio la salus animarum(can. 1752). Infatti, l’ordinamento canonico deve avere nella carità come lo “slancio vitale” che gli dà senso e significato. Non a torto molti studiosi chiamano il Codice di Giovanni Paolo II il codice del servizio alla persona, ed è vero, poiché la carità, pur inserita in un complesso di regole canoniche, guarda sempre alla persona, al cristiano, fino a superare, se ce ne fosse bisogno, la stessa oggettività ed esigenza della regola: è il caso dell’”equitas canonica” che ha come fine la “salus animarum”.
Il convegno si è concluso con i ringraziamenti e la benedizione del nostro Vescovo a quanti hanno arricchito questo evento con la loro partecipazione. La comunità ringrazia S. E. Mons. V. Bertolone per questa opportunità che ha rafforzato maggiormente la consapevolezza di essere convocati a mettere, a servizio di tutti, i propri doni per l’edificazione del corpo mistico di Cristo che è la santa madre Chiesa.


Sac. Carmine DE FRANCO
 

 

 
   

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