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ESERCIZI SPIRITUALI
Mormanno - 29 luglio - 3 agosto 2013


IL GOBBO DI JAHVÈ

Dopo l’esperienza,
ecco il pensiero del Ch.Giuseppe.

Scoprire il senso appassionato del proprio ministero pastorale attraverso la meditazione dell’Esodo del popolo di Israele, chiamato da Dio, per mezzo di Mosè, a percorrere un cammino di conversione, in cui l’esperienza esodale è paradigma dell’esperienza di fede nel Signore che libera dall’oppressione e dalla schiavitù.
Un cammino a tappe, caratterizzato da eventi e vicende in cui Israele fa esperienza della presenza costante e provvidenziale di un Dio che possiede in tratti del padre che porta suo figlio lungo il cammino (Lumen fidei, 12). Fare esperienza della visita del Signore che viene (cfr. Gn 50, 24), oggi, si rende possibile in modo concreto e attuale nei Sacramenti, luoghi di incontro con il Signore che libera e salva; un incontro capace di rendere vera la propria vita spirituale, poiché la vita di Cristo, il suo modo di conoscere il Padre, di vivere totalmente nella relazione con Lui, apre uno spazio nuovo all’esperienza umana e noi vi possiamo entrare (Lumen fidei, 18).
Chiamati a vivere, nella fede, l’esperienza del nostro esodo (cfr. 2, 23-25) proprio perché la conoscenza della fede è legata all’alleanza di un Dio fedele, che intreccia un rapporto d’amore con l’uomo e gli rivolge la Parola … conoscenza che si impara solo in un cammino di sequela (Lumen fidei, 29) . L’esperienza esodale, allora, si snoda in una gioiosa apertura alla novità, dove la continua ricerca di Dio approda alla certezza della fede e costante presenza di Dio nella vita di ciascuno. La gioia della novità nasce dall’incontro di un Dio che non si ripete mai, un Dio che sorprende sempre (Lumen fidei, 35), una gioia che genera necessariamente il desiderio sincero ed entusiasta di mettersi nuovamente in cammino, in una rinnovata consapevolezza di sentirsi, di continuo, chiamati a sperimentare ed a far sperimentare l’alternativa al peccato.
È in questa prospettiva che i Sacramenti, vissuti nella fede come luoghi di incontro con il Signore, intessono nella storia quotidiana l’esperienza della Parola che diviene appello continuo all’uomo a vivere in relazione con questo Dio comunione, scambio di amore tra Padre e Figlio nello Spirito,capace di abbracciare la storia dell’uomo, di introdurlo nel suo dinamismo di comunione (Lumen fidei, 45).
L’esperienza di alleanza, quindi, diviene esperienza celebrativa nella Pasqua, dove il memoriale è di fatto contemporaneità e la natura sacramentale della fede trova la sua espressione massima nell’Eucarestia (Lumen fidei, 44) dove Gesù ha voluto dare risposta al rifiuto dell’uomo, dando a larghe mani, dando se stesso, dono che genera vita. Di fronte a tale dono, l’atteggiamento a cui siamo chiamati è quello del gobbo di Jahvè, colui che cammina con la testa bassa e la mano tesa a … in risposta alla gratuità del dono della grazia, ossia la vicinanza del Signore che si china sull’uomo, si instrada con lui, poiché, nella novità della vita, nulla è risolto per sempre.


 

 
   

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