IL GOBBO DI JAHVÈ
Dopo l’esperienza,
ecco il pensiero del Ch.Giuseppe.
Scoprire il senso
appassionato del proprio ministero pastorale attraverso la
meditazione dell’Esodo del popolo di Israele, chiamato da Dio, per
mezzo di Mosè, a percorrere un cammino di conversione, in cui
l’esperienza esodale è paradigma dell’esperienza di fede nel
Signore che libera dall’oppressione e dalla schiavitù.
Un cammino a tappe, caratterizzato da eventi e vicende in cui
Israele fa esperienza della presenza costante e provvidenziale di
un Dio che possiede in tratti del padre che porta suo figlio lungo
il cammino (Lumen fidei, 12). Fare esperienza della visita del
Signore che viene (cfr. Gn 50, 24), oggi, si rende possibile in
modo concreto e attuale nei Sacramenti, luoghi di incontro con il
Signore che libera e salva; un incontro capace di rendere vera la
propria vita spirituale, poiché la vita di Cristo, il suo modo di
conoscere il Padre, di vivere totalmente nella relazione con Lui,
apre uno spazio nuovo all’esperienza umana e noi vi possiamo
entrare (Lumen fidei, 18).
Chiamati a vivere, nella fede, l’esperienza del nostro esodo (cfr.
2, 23-25) proprio perché la conoscenza della fede è legata
all’alleanza di un Dio fedele, che intreccia un rapporto d’amore
con l’uomo e gli rivolge la Parola … conoscenza che si impara solo
in un cammino di sequela (Lumen fidei, 29) . L’esperienza esodale,
allora, si snoda in una gioiosa apertura alla novità, dove la
continua ricerca di Dio approda alla certezza della fede e
costante presenza di Dio nella vita di ciascuno. La gioia della
novità nasce dall’incontro di un Dio che non si ripete mai, un Dio
che sorprende sempre (Lumen fidei, 35), una gioia che genera
necessariamente il desiderio sincero ed entusiasta di mettersi
nuovamente in cammino, in una rinnovata consapevolezza di
sentirsi, di continuo, chiamati a sperimentare ed a far
sperimentare l’alternativa al peccato.
È in questa prospettiva che i Sacramenti, vissuti nella fede come
luoghi di incontro con il Signore, intessono nella storia
quotidiana l’esperienza della Parola che diviene appello continuo
all’uomo a vivere in relazione con questo Dio comunione, scambio
di amore tra Padre e Figlio nello Spirito,capace di abbracciare la
storia dell’uomo, di introdurlo nel suo dinamismo di comunione
(Lumen fidei, 45).
L’esperienza di alleanza, quindi, diviene esperienza celebrativa
nella Pasqua, dove il memoriale è di fatto contemporaneità e la
natura sacramentale della fede trova la sua espressione massima
nell’Eucarestia (Lumen fidei, 44) dove Gesù ha voluto dare
risposta al rifiuto dell’uomo, dando a larghe mani, dando se
stesso, dono che genera vita. Di fronte a tale dono,
l’atteggiamento a cui siamo chiamati è quello del gobbo di Jahvè,
colui che cammina con la testa bassa e la mano tesa a … in
risposta alla gratuità del dono della grazia, ossia la vicinanza
del Signore che si china sull’uomo, si instrada con lui, poiché,
nella novità della vita, nulla è risolto per sempre.
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