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UN GIORNO DI RITIRO SPIRITUALE AL GETSEMANI

Domenica 26 Marzo 2006, IV domenica di Quaresima, gli operatori pastorali della Parrocchia Sacri Cuori di Castrovillari (Cs) hanno tenuto il ritiro quaresimale nel santuario del Getsemani a Paestum (Sa), Accompagnati dal Parroco, Don Carmine De Franco e da Suor Orlanda Bifano, che a Paestum è ben conosciuta.
Prima della celebrazione della Santa Messa, concelebrata da Don Carmine con Padre Pasquale Princigalli, rettore del Santuario, il quale ha tenuto per il gruppo, oltre all’omelia durante la santa messa, la meditazione successiva negli accoglienti locali del Santuario, i partecipanti al ritiro spirituale hanno potuto godere del toccante incontro col Gesù del Getsemani che una scultura policroma collocata nella Cripta del Santuario lo rappresenta prostrato.
Nella sala riunioni, prima della meditazione, i partecipanti, intonano un canto. Il canto spalanca il cuore all’amore di Dio ed alla fraternità, con queste parole Padre Pasquale ha inizito la riflessione, partendo soffermandosi sulla dimensione del silenzio, sulla necessità di ricercarlo, anche attraverso il desiderio di fare esperienza di Dio in un ambiente insolito che ci aiuti a far tacere tutto ciò che ci circonda per consentire al Verbo di Dio di incarnarsi in noi. Nel silenzio, la Parola di Dio si è fatta carne.
Padre Pasquale prosegue: Oggi c’è la degenerazione della parola(chiacchiere), e la degenerazione del silenzio(mutismo). Il Silenzio è creare un ambiente interiore di ascolto, mentre il mutismo è segno di incredulità (Zaccaria dal tempio esce muto perché non ha creduto alla promessa del Signore).
E’ necessario recuperare la dimensione del Silenzio per recuperare quella dell’ascolto e della Parola di Dio.
Dio ci ha creati, per amore, non come sbiadite fotocopie, ma come riproduzioni viventi di Dio, siamo i suoi figli. Lo spirito del male oggi ci ha tolto il senso del peccato e ci ha dato il senso di colpa; questo è avvenuto al tempo della creazione e continua ad avvenire. Satana è colui che ci divide, sempre, divide con la menzogna. Perciò, San Paolo dice “mi ritrovo a fare ciò che non voglio”.
L’uomo che si stacca da Dio si trova nudo, non ha più dignità. Eppure, i progetti di Dio sono senza pentimento. Dio decide di ricreare l’uomo a sua immagine e somiglianza. Ecco allora Gesù, che ci raggiunge nella carne, nella debolezza, nella fatica, nella morte per togliere al peccato la sua forza e riportarci, con Lui, nella Resurrezione.
Nel Getsemani lo abbandonano tutti, e lì Gesù si alza e li va a trovare, perché vuole essere il Dio con noi anche nelle nostre fughe. Perciò il cristiano non può essere senza speranza, una speranza che è certezza. Certezza dell’amore di Dio che ci sostiene. E che rispetta la nostra libertà.
Il momento del ritorno a Dio è il momento del perdono e della festa, e il perdono non è come lo smacchiatore che toglie la macchia ma lascia l’alone. Non si deve ricordare ciò che Dio ha perdonato e dimenticato.
Questo è il cuore della Quaresima: incontro con Cristo che mi salva, un cammino di conversione che è cambiamento di mentalità.
Dobbiamo diventare gli abitanti della Parola di Dio , non i turisti mordi e fuggi.
Dall’ascolto della Parola di Dio, nasce l’esigenza del digiuno quaresimale; soprattutto il digiunare da alcune nostre idee, dal tentativo di fare Dio a nostra immagine e somiglianza, mettendo Dio nel nostro perimetro razionale.
Il digiuno essenziale è il digiuno del cuore dai sentimenti cattivi. E’ accoglienza delle diversità dell’altro. Se non le accogliamo nell’amore di Dio, le diversità diventano fratture; solo nell’amore di Dio sono complementari.
La categoria del Vangelo è l’efficacia del pezzetto di lievito. Pensiamo a Madre Teresa, raggio di luce dell’amore di Dio!
Siamo chiamati ad essere testimoni della speranza del Cristo risorto!
Il filosofo Nietzsche diceva : “Quando vedo i cristiani tristi mi convinco che il loro Dio non è risorto. Quando li vedo sereni, va in crisi il mio ateismo” . Oggi Dio non è più negato, né bestemmiato, né visto come l’ambulanza della Croce Rossa; oggi c’è piuttosto grande indifferenza, grande relativismo pratico. Il pensiero debole da cui deriva l’individualismo, l’indifferenza, la noia.
C’è, perciò, necessità di testimoni, e solo l’incontro con Cristo ci fa testimoni credibili.
Il dramma non è che siamo pochi cristiani, ma è che lo siamo poco.
Ci sono i credenti praticanti, ma anche molti praticanti non credenti .
Partendo da Cristo, l’impossibile diventa saldo, diventa pietra. Anche la trasgressione e la contestazione dei giovani diventa un S.O.S., un linguaggio.
Mostrare il volto di risorti, è questo il grande annuncio che dobbiamo dare!
Alla domanda di una mamma che chiede cosa si può fare di più in famiglia, con i figli, i quali pur cresciuti in ambiente cattolico e praticante, spesso mostrano insofferenza, Padre Pasquale risponde: Una madre i suoi figli deve generarli ogni giorno. Spesso diamo risposte senza intercettare le domande, e le domande le dobbiamo provocare. Il disagio i giovani se lo portano dentro, ma hanno bisogno di testimonianza. Dobbiamo abbandonare il complesso messianico, ma essere la trasparenza della presenza di Cristo che è l’unico Salvatore. La fragilità giovanile è un’opportunità per avvicinare i giovani!.
Una giovane catechista chiede come mai i ragazzi ,dopo la Cresima, lasciano la parrocchia, e Padre Pasquale continua : Tutti i testi della catechesi del dopo-Concilio hanno fallito; abbiamo fatto un cammino di fede e non un cammino alla fede. Dobbiamo tornare alla persona di Cristo, a fare esperienza della sua presenza e ad ascoltare la sua Parola. I valori dobbiamo renderli praticabili.
Perché ci sia continuità del cammino in parrocchia, bisogna non limitarci alla lezione di catechismo, ma trovare mezzi di aggregazione, risposte agli interessi e ai bisogni dei giovani. L’annuncio di Gesù Cristo può passare attraverso musica, teatro, attività multimediale. Bisogna rendere i giovani soggetti di un cammino, perché si possa trasmettere educazione cristiana.
E a chi si crea il problema di fronte ai molti “praticanti non credenti”, Padre Pasquale incoraggia: Il volto di risorti ce lo dà il Signore! Ci vogliono testimoni coraggiosi che non cedono alla tentazione del giovanilismo, che diverte, ma non converte. Il problema possono essere i catechisti, perciò la carta vincente è la formazione. Il Signore benedice i nostri sforzi!
Padre Pasquale conclude questo interessante incontro ricordandoci: “ Dio si serve di mediazioni. Con la Santissima Trinità vogliamo dire che Dio non è solitudine, ma è comunione, è famiglia.
L’aggregazione è un bisogno, anche se pieno di contraddizioni; l’aggregazione attorno a Cristo non può che essere fraterna.
Siamo fragili e banalizziamo tutto, facendoci banalizzare dalla TV; cerchiamo invece di rendere vulnerabile a Cristo il mondo!
Don Carmine, il nostro parroco, ringrazia Padre Pasquale, sottolineando l’orizzonte immenso della speranza alla quale è stato aperto il cuore dei presenti dalla meditazione pacata e profonda tenuta da P. Pasquale.
 

Mariella Martire
partecipante al ritiro

 
   

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start control statistic web  5 ottobre 2007

® Parrocchia dei Sacri Cuori - Piazza Giovanni XXIII - 87012 Castrovillai (Cs)

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