INSIEME VERSO IL
TRAGUARDO
Si fa molta fatica, oggi, ad incontrare un cristiano che sia
iniziato seriamente alla preghiera; che sappia leggere la propria
vita in termini vocazionali; che abbia dimestichezza con la Sacra
Scrittura e maturato il senso di Chiesa come comunità di fede e
con una visione ecumenica e cattolica della Chiesa stessa.
Senza generalizzare, si ha la sensazione che, sia ad intra che ad
extra della Chiesa, incontrare per strada un cristiano bisogna
cercarlo in pieno giorno con la lanterna accesa.
E’ significativa la domanda di Gesù ai Discepoli: "Chi dice la
gente che io sia?" (Mc 8,27-30). La risposta non è univoca, ognuno
ha la sua idea sul’identità di Gesù. Sarà la stessa folla che più
tardi urlerà sotto le finestre di Pilato: Crocifiggilo,
crocifiggilo. Rivolgendosi ai discepoli chiede: "E voi chi dite
che io sia? Non tutti, ma solo Pietro ha il coraggio di dire: Tu
sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”(Mt 16:16). Più tardi lo
abbandoneranno, eccetto uno di loro. Solo dopo la risurrezione,
all’unisono, anch’essi si assoceranno alla risposta di Pietro con
la parola e la vita.
Alle stesse domande, come risponderebbe la Chiesa di oggi? Come la
gente o come Pietro? Eppure se queste domande vennero poste, e
vengono poste ancora oggi, significa che sono veramente
importanti. Anzi, tutto il cristianesimo non avrebbe senso se
quotidianamente, non avesse ben chiaro chi sia Cristo. Ancora
oggi, come lungo i secoli, quanti, nei modi più disparati, hanno
trovato Gesù sulla loro strada dando le proprie risposte. Porsi
alla sequela di Gesù significa prendere la propria croce per
accompagnarlo nel suo cammino, un cammino scomodo che non è quello
del potere o della gloria terrena, ma quello che conduce
necessariamente a rinunciare a se stessi, a perdere la propria
vita per Cristo e il Vangelo, al fine di salvarla. Sono approcci
che possono permettere di trovare la via della verità Nel
promulgare l’Anno della Fede, che comincerà l’11 ottobre prossimo,
ho voluto che ogni fedele possa impegnarsi in maniera rinnovata su
questa via della conversione del cuore Lungo tutto l'arco di
questo anno, vi incoraggio dunque vivamente ad approfondire la
vostra riflessione sulla fede per renderla più consapevole e per
rafforzare la vostra adesione a Cristo Gesù e al suo Vangelo
(Benedetto XVI).
Quindi, è urgente prestare maggiore attenzione agli adulti per
accompagnarli ad essere adulti nella fede, in particolare alle
famiglie affinchè siano i primi educatori dei propri figli
accompagnate certamente dal Parroco e dai suoi collaboratori alla
riscoperta dell’identità di Cristo. In questo, il gruppo dei
catechisti, ha un ruolo importante per favorire i rapporti
interpersonali e offrire la visibilità della comunione. Questo
settore costituisce uno strumento significativo di educazione alla
vita ecclesiale e all’impegno comunitario all’interno della
parrocchia.
Per questo motivo i catechisti non dovranno limitarsi,
esclusivamente, all’attività organizzativa e didattica, ma
dovranno diventare testimoni di crescita spirituale ed ecclesiale
per mezzo dei quali attuare i momenti originali della vita della
Chiesa: ascolto della Parola, preghiera, studio, scambio di
esperienze, momenti di amicizia, preparazione degli incontri di
catechesi insieme alle famiglie. Se manca quotidianamente questo
dinamismo, non si va da nessuna parte.
Nei rapporti, il gruppo dei Catechisti, non deve in alcun caso
sostituirsi alle diverse aggregazioni ecclesiali che sono presenti
nella comunità, né ostacolarne il carattere proprio di ciascuna.
Deve invece essere un gruppo di persone che dialoga nel suo
interno e con gli altri organismi presenti nella parrocchia. E
poi, tutti insieme farsi amici di viaggio, accompagnatori, come
Cristo sulla strada di Emmaus, dei due discepoli, per percorrere
nel suo 50° anniversario, le tappe del Concilio Vaticano II, vero
dono dello Spirito Santo. Come anche riprendere più seriamente fra
le mani il Catechismo Universale della Chiesa Cattolica nel suo
20° anniversario, vero compendio di dottrina, guida sicura alla
riscoperta di Cristo via, verità e vita e risposta alla sete di
verità di ogni uomo.
Poiché ci proponiamo di agire e di vivere, dandoci anche un minimo
di organizzazione, è necessario lasciare operare lo Spirito Santo,
invocarLo, lasciarGli le mani liberi, fidarsi di Lui, farsi
scivolare dalla mente e dal cuore la presunzione che per riuscire
basti una buona programmazione. Facciamo nostra la santa abitudine
di metterci in preghiera ad ogni inizio di attività, qualsiasi
essa sia, invocando lo Spirito Santo affinchè sia Lui il vero
protagonista, il vero Maestro. E’ Gesù stesso che lo dice: “…
senza di me non potete far nulla” (Gv 15, 5).
Cari collaboratori, non considerate, ve lo ripeto ancora, non
considerate vostra proprietà i ragazzi e persino le famiglie a voi
affidate, consideratevi, invece, pazienti, generosi e gioiosi
accompagnatori, il resto lasciatelo fare allo Spirito santo.
Ricorderemo sempre che nella vigna del Signore, anche se piccola
come una parrocchia, per gruppi o singoli operai in
contrapposizione fra di loro, animati da gelosia, invidia, spirito
di protagonismo e non di servizio secondo la parola e l’esempio di
Gesù non ci può essere posto. E’ meglio che questi ritornino vigna
per essere potata e coltivata da nuovi vignaioli.
Durante questo anno 2012-2013, auguro a tutti buona strada. “Lungo
la strada è cominciata la Chiesa; lungo le strade del mondo la
chiesa continua. Non occorre, per entrarvi, né battere alla porta,
né fare anticamera. Camminate e la troverete; camminate e vi sarà
accanto; camminate e sarete nella Chiesa”. (Mazzolari). Sarà più
bella la nostra parrocchia se ci predisponiamo a vivere il senso
degli auguri e di questo messaggio. Lungo le strade della nostra
comunità saremo in compagnia della Vergine Maria.
Don Carmine
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