NATALE 2012 DELLA’ANNO
DELLA FEDE
Natale, celebriamo e
attualizziamo nell’Eucarestia colui che viene, l’Emmanuele, dal
grembo di Maria, la Madre nostra.
E’ il Natale dell’Anno della Fede, voluto intensamente dal papa
Benedetto XVI. Un anno speciale perché la fede permette di
ripartire con fiducia, di scorgere i segni della presenza di Dio,
di andarli a cercare.
La fede ci scuote dall’immobilismo, dalla paura, dalla chiusura in
confini rassicuranti, ma ristretti e limitati e a volte umilianti.
Senza la fede non è possibile una vera felicità, perché la fede è
la nascita di Cristo in noi. Ecco il nostro Natale: come Maria,
Giuseppe, i Magi, i pastori, siamo chiamati a “metterci in
viaggio”, trovando nella fede il coraggio di partire per obbedire
alla chiamata del Padre, verso l’incontro con Cristo Porta Fidei.
In questo anno speciale abbiamo bisogno di riscoprire il dinamismo
che nasce dalla fede, la disponibilità ad abbattere le barriere
che impediscono l’accesso a Porta Fidei, a muoverci incontro al
fratello, alla sorella, a chi sembra lontano o straniero, e invece
scoprirlo figlio dell’unico Padre e fratello in Cristo.
Natale vuole essere la celebrazione della gioia, poiché il Bambino
divino che Maria stringe al cuore e che Giuseppe custodisce e
vigila premurosamente, è veramente la nostra grande gioia. Lo
annunciano gli angeli ai pastori avvolti da una luce
incomparabile: E’ nato a Betlemme il Salvatore. La gioia cristiana
non chiude il cuore all’ascolto del grido dei poveri, di
partecipare al dolore dei sofferenti, di essere vicini nelle prove
e alle speranze dei fratelli. E’ bella la testimonianza del nostro
Vescovo fra i terremotati nella NOTTE SANTA.
Il Vangelo del Natale riporta l’episodio dei pastori i quali sono
chiamati ad “andare” e a “vedere” (cfr Lc 2,15), i quali partono
senza indugio per recarsi là dove Gesù Bambino è deposto in fasce
nella greppia di Betlemme.
Nella contemplazione dei pastori possiamo riconoscere la dinamica
interiore di ogni cristiano. L’anno della fede è costellato di
tante opportunità per “andare a vedere” dove Gesù abita, per
imparare lo stile della vita cristiana. La ricorrenza annuale del
Natale di Gesù ci comunica l’avvento di qualcosa di nuovo da
accogliere con vigilanza e stupore, impegno e fiducia, la novità
dell’Emmanuele, il Dio-con-noi, il “ Signore che ci salva”, come è
significato nello stesso santo nome di Gesù. Il Natale è una
scuola di fede per imparare come si crede. Credere è un’arte che
richiede talento, intelligenza e fatica. Non bisogna illudersi di
essere arrivati, non si smette mai di imparare a credere.
Nella grotta di Betlemme Gesù si fa trovare ...
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