La liturgia delle Palme,
preludio di gloria, fa rivivere l’incontro con il Cristo che
viene. Noi siamo riuniti per andare incontro al Cristo che viene.
Non si tratta di una celebrazione dove ricordiamo semplicemente un
avvenimento. Noi Facciamo memoria, cioè viviamo lo stesso mistero
ma attraverso la celebrazione. Accogliamo Cristo. San Gregorio di
Creta, nel 700, diceva che dovremmo andare incontro al Cristo nel
monte degli ulivi… imitando i Suoi contemporanei, non per gettare
rami davanti a lui… ma per prostrarci ai suoi piedi, con umiltà e
rettitudine di spirito al fine di ricevere il Verbo di Dio che si
avvicina, e accoglierlo come Dio. Nelle celebrazioni della
Settimana Santa non c’è differenza tra ciò che è avvenuto nella
storia e ciò che viviamo nella fede. Per questo, diciamo, alzando
i rami spirituali: “Benedetto colui che viene nel nome del
Signore”. In tutte le messe noi ripetiamo queste parole per
significare che Egli viene sempre incontro a noi e noi Lo
accogliamo con gioia. La liturgia del giorno ha due momenti: di
gioia e di festa nella processione e di dolore nella narrazione
della Passione. Attraverso la passione arriviamo alla gloria. Gesù
entra in Gerusalemme come il re promesso e il popolo Lo riconosce.
Gesù si scontra con i farisei che dicono: “Maestro, riprendi i
tuoi discepoli!”. Ad essi Gesù risponde: “Se essi tacessero ,
griderebbero le pietre” (Lc 19, 39). La solennità delle Palme è
importante per il mondo di oggi. Siamo sicuri che tutte queste
pressioni contro Cristo testimoniano la sua importanza, se fosse
il contrario non avrebbe avuto tanti nemici. Perciò:“Benedetto
colui che viene” ! ...
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