La Passione di Cristo è il punto di convergenza
di tutta la sua vita, Gesù l’ha chiamata: la sua “ora”, il suo
“battesimo”. L’ha scelta liberamente in obbedienza al Padre e per
amore degli uomini. Oggi, Venerdì Santo, noi tutti che
apparteniamo al popolo sacerdotale della nuova ed eterna alleanza,
con raccoglimento pieno di venerazione, fissiamo gli occhi sulla
Croce.
Davanti a Gesù che muore in croce per noi non resta che il
silenzio. Un silenzio che ci aiuti a riconoscere il nostro
peccato, ma anche il dono della salvezza che Dio ha operato in
Cristo Gesù. I tre momenti della Liturgia che ci apprestiamo a
celebrare (la proclamazione della Passione, l’ostensione della
Croce e la distribuzione dell’Eucaristia che stanotte
abbiamo adorato) esprimono il massimo della sobrietà, perché i
nostri occhi possano contemplare in pienezza l’essenziale dono di
amore di Cristo sulla croce per la salvezza di tutti gli uomini di
ogni tempo. Insieme ai ministri, che silenziosamente si porteranno
davanti all’altare, oggi messo a nudo, prostriamoci in silenzio e
con profonda umiltà, riconoscendoci impotenti davanti al peccato,
causa di morte. Lasciamo che il nostro cuore si apra a Colui che
ci ha amato fino in fondo, spezzando la sua vita per noi ...
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