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Abazia delle tre fontane

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San Giovanni in Laterano

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Musei Vaticani e Cappella Sistina

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Catacombe e Basilica di San Sebastiano

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San Paolo fuori le mura

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Visita notturna

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Pellegrinaggio a Roma

27 MAGGIO 2009, PELLEGRINAGGIO AD PETRI SEDEM
A ROMA NELL’ANNO PAOLINO
La Diocesi di Cassano All’Ionio con il suo Vescovo,
Mons. Vincenzo Bertolone,
si stringe festante attorno a Benedetto XVI

 

 In questo Anno Paolino 2009, che celebra i duemila anni dalla nascita dell’Apostolo delle Genti (dagli storici collocata tra il 7 ed il 10 d.C.), il Santo Padre Benedetto XVI ha invitato i cristiani di tutto il mondo a onorare e ad approfondire la vita e le opere di San Paolo, indicendo uno speciale anno giubilare dal 28 giugno 2008 al 29 giugno 2009 e indicando una via privilegiata: il pellegrinaggio alla tomba dell’Apostolo per raccogliere i frutti spirituali di un incontro speciale.
Durante l’anno, con varie iniziative, anche la nostra Diocesi ha risposto all’invito del Papa, fino a concludere le varie iniziative con il pellegrinaggio romano.

La città eterna ci richiama spiritualmente e ci accoglie nella sua maestosità e nel suo splendore.
Il nostro incontro diocesano con il Santo Padre si è svolto il 27 maggio, in piazza S. Pietro, ma i fedeli della Parrocchia Sacri Cuori di Castrovillari sono stati a Roma fin dal 25 dello stesso mese per percorrere un “Cammino Paolino” nella città, poiché vari sono i luoghi che la tradizione cristiana ha visto legati alla vita o alla venerazione del Santo Apostolo.
Accompagnati dal parroco, D. Carmine De Franco, a Roma in anticipo per gli ultimi adempimenti relativi all’udienza Papale del 27 e la santa Messa nella Basilica di San Paolo, il nostro cammino sulle orme di S. Paolo è partito dall’Abbazia delle Tre Fontane, sulla via Laurentina, dove l’Apostolo ha testimoniato con il sangue la sua fede in Cristo.

Paolo arriva a Roma nell’anno 67 d.C.; dopo un processo-farsa, è condannato a morte per decapitazione (un privilegio in quanto cittadino romano), in una zona nota come le Aquae Salviae.
Secondo la tradizione, nel luogo in cui cadde la sua testa sgorgarono miracolosamente tre fontane con acque diverse, dando il nome alla località.

Due secoli dopo la morte di Paolo, nel 298, sotto Diocleziano, nello stesso posto avvenne il martirio del tribuno Zenone e di oltre diecimila soldati cristiani, impegnati come schiavi nella costruzione delle terme dell’imperatore. La santità di Aquae Salviae, bagnato dal sangue di tanti martiri, attirò sempre più pellegrini e santi monaci. Nel VII secolo un primo gruppo di monaci vi si insediò. Ancora oggi i monaci cistercensi danno vita ad un’intensa vita spirituale in un’attiva abbazia.

Un lungo viale alberato ci ha portati alla Chiesa del Martirio, dove abbiamo visto le tre fontane e la colonna alla quale San Paolo fu legato durante il martirio. Tornano qui alla mente e al cuore le toccanti parole della lettera di Paolo a Timoteo (2Tim 4,6-8):
“Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno, e non solo a me, ma a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione”.

Dopo la visita alle Tre Fontane, ci siamo recati nella Cattedrale di Roma, la Basilica di San Giovanni in Laterano, la chiesa più antica d’Occidente e residenza dei Papi per oltre mille anni.

Fu costruita a partire dal 314 da Costantino come ringraziamento per la protezione ricevuta da Dio nello scontro contro Massenzio, alle porte di Roma. Accanto ad essa sorse il Patriarchìo, residenza ufficiale del Papa fino al XIV secolo, prima dello trasferimento dei Pontefici al Vaticano. Qui, nella cappella privata, il Sancta Sanctorum, i Papi raccolsero molte reliquie, tanto che al suo interno una scritta ancora ricorda: “Non esiste luogo più santo di questo”.
Tra queste reliquie si trovavano le teste di Pietro e Paolo, che, con l’abbandono del Patriarchìo, si decise di portare dentro la basilica, dove furono custodite in due reliquiarii in argento, fusi insieme a forma di busto, che oggi dominano, autorevoli e silenziosi, dal ricco ciborio posto sopra l’altare papale, nella grande navata della basilica.

Dopo aver visitato la Scala Santa, che si affaccia su Piazza San Giovanni, siamo rientrati nel nostro pensionato nella cui linda cappella abbiamo potuto celebrare la Santa Messa a conclusione di una prima ricca giornata romana.
Il giorno 26 maggio, dopo la mattinata trascorsa nello splendore dei Musei Vaticani, nell’incanto della Cappella Sistina, e nell’immancabile e commovente visita alle tombe di Giovanni Paolo II e di Giovanni XXIII, abbiamo ripreso il nostro cammino paolino, con la visita delle Catacombe e della Basilica di San Sebastiano sull’antica Via Appia, ricca di memorie cristiane.
Qui, alla fine del III secolo, si sviluppò un centro di devozione dedicato a Pietro e Paolo. Infatti, durante il regno dell’imperatore Valeriano, si scatenò una durissima persecuzione contro i Cristiani. Nel timore di una profanazione dei luoghi di sepoltura di Pietro e Paolo, i Cristiani di Roma trasferirono di nascosto i corpi degli Apostoli in un antico nucleo di catacombe pagane e cristiane sulla via Appia, ritenendo questo luogo più protetto.
Inizia così in questo luogo sacro, dal 258 d.C. e per circa 70 anni, il culto dei santi Pietro e Paolo: il luogo prende il nome di Memoria Apostolorum. Qui sono state ritrovate alcune sale (dette triclia), dove, secondo un antico uso romano, si svolgevano i banchetti rituali per i defunti, i refrigeria. E che questi banchetti fossero dedicati ai due santi è provato dai numerosi graffiti di invocazione a Pietro e Paolo, scritti in latino, greco e in aramaico, che ricoprono le pareti di queste sale.
Terminata l’emergenza, i corpi degli Apostoli tornarono sulla via Ostiense, Paolo, e sul Colle Vaticano, Pietro. Verso la fine dell’VIII secolo, quasi tutte le catacombe vennero abbandonate e dimenticate. Quelle di San Sebastiano invece rimasero sempre accessibili nei secoli e con loro il ricordo dei santi Pietro e Paolo.

La giornata di mercoledì 27 maggio, conclusiva del nostro breve ma intenso pellegrinaggio paolino a Roma, si è aperta con l’Udienza di Papa Benedetto XVI, in una piazza San Pietro gremita da migliaia di persone. Fra queste, più di 800 in rappresentanza della nostra diocesi accompagnati da nostro amato Vescovo, S.E.Mons. Vincenzo Bertolone, e dal Presidente della Commissione diocesana per la Pastorale del Turismo religioso, D. Carmine De Franco e collaboratori.

Il Santo Padre, felice per la nostra numerosa presenza, ha rivolto il suo saluto al nostro Vescovo, alla Diocesi e alla Calabria: Saluto i fedeli della diocesi di Cassano allo Ionio, venuti a Roma con il loro Vescovo Mons. Vincenzo Bertolone, e li invito ad attingere dall'Eucarestia l’energia spirituale per essere testimoni del Vangelo della carità, seguendo l'esempio dei Santi che hanno evangelizzato la Calabria.
Don Carmine, radioso per l’accoglienza ricevuta dal Santo Padre, che gli si è mostrato con sguardo paterno e con il volto sorridente, così si è espresso: Santo Padre, veniamo dalla Diocesi di Cassano all’Ionio accompagnati dal nostro amato Vescovo, Mons. Vincenzo Bertolone a nome del quale, di circa un migliaio di fedeli presenti all’udienza e di tutta la Diocesi di Cassano all’Ionio, Le rivolgo un grazie di cuore mentre Le assicuro la nostra quotidiana preghiera, la comunione e la fedeltà serbando le Sue parole di saluto come un programma che il Vescovo ci farà vivere. E ancora, il Santo Padre: Com’è la fede ?, sottolineando la domanda con un gesto forte con la mano sinistra. Le assicuro, Santità, che è ben fondata, radicata e vissuta nella nostra gente come in tutta la Calabria. Mi ha accarezzato, Gli ho baciato la mano e, tramite il Segretario, mi ha regalato la coroncina del Rosario.
Nel pomeriggio, infine, appuntamento generale presso la grandiosa basilica di San Paolo Fuori Le Mura, il luogo dove il corpo del Santo riposa in attesa della resurrezione, dove S.E. Mons Bertolone ha concelebrato con i numerosi sacerdoti diocesani presenti.

San Paolo, dopo il martirio alle Tre Fontane, fu sepolto in quest’area della Via Ostiense, in un preesistente cimitero. Qui ben presto sorse un trofeo, un piccolo monumento celebrativo del martire. Alla fine del III secolo, sul primitivo sepolcro, Costantino edificò una prima basilica e i suoi successori l’ingrandirono così che il luogo raggiunse una bellezza ed una dimensione più degna della memoria dell’Apostolo. Dopo il devastante incendio del 1823, la basilica venne riedificata, così come la vediamo oggi, con l’apporto di tutta la cristianità.
Secondo una tradizione plurisecolare il corpo dell’Apostolo si trova oggi qui, sotto l’altare della Confessione. Costantino, nel costruire la basilica, fece chiudere il corpo di San Paolo in una bara di bronzo, incorporandola in una cella muraria e deponendovi sopra una grande croce d’oro. Sotto il prezioso ciborio di Arnolfo di Cambio, che copre l’altare e la tomba, dopo recenti interventi, è stato portato alla luce un lato del rivestimento marmoreo del sepolcro che ci permette di arrivare con gli occhi e con il cuore molto vicino a Paolo.

E proprio in questo luogo così denso dello spirito di Paolo, il nostro Vescovo ha voluto riunirci per riflettere insieme sull’immensa ricchezza dell’insegnamento di San Paolo. Nella luce dorata del tramonto romano, rilucevano i tondi mosaici con le immagini di tutti i Papi, il grande mosaico con Cristo Pantocrator fra gli Apostoli, del XIII secolo e, tutto per noi, il sorriso radioso del nostro Vescovo pienamente soddisfatto e contento dell’esperienza romana oltre che riconoscente verso D. Carmine e tutti i collaboratori..

Sotto la colossale statua di san Paolo, nel quadriportico d’ingresso alla basilica, la foto ricordo del nostro gruppo parrocchiale suggellerà questi bellissimi momenti in onore di san Paolo, al quale ci affidiamo con l’intensa preghiera che il nostro Parroco Don Carmine De Franco ha posto all’inizio del libretto da Lui stesso curato per tutti i pellegrini:

Glorioso San Paolo, /Apostolo pieno di zelo, /Martire per amore del Cristo, /dài a noi una fede profonda, /una speranza incrollabile, /un amore ardente per il Signore /affinché possiamo dire con te:/“Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”./Aiutaci a diventare apostoli /Che servono la Chiesa con una coscienza pura, /testimoni della sua verità e della sua bellezza /in mezzo alle oscurità del nostro tempo. /Con te lodiamo Dio nostro Padre, /“A Lui la gloria, nella Chiesa e nel Cristo, /per tutti i secoli dei secoli”. Amen.

Parte dal profondo del nostro cuore un ringraziamento speciale al nostro Vescovo che ci ha voluto uniti intorno al santo Padre Benedetto XVI, al grande Apostolo Paolo. Un grazie affettuoso anche a Don Carmine che, con lo zelo che sempre lo contraddistingue, ci ha regalato ancora una volta una occasione di grande intensità spirituale.

Il prossimo appuntamento è per il pellegrinaggio diocesano in Turchia, sulle orme di San Paolo, dal 21 al 28 ottobre 2009.
Mariella Martire
 

 

 

 


IL PARROCO
Sac. Carmine DE FRANCO
 

 

 
   

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® Parrocchia dei Sacri Cuori - Piazza Giovanni XXIII - 87012 Castrovillari (Cs)

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