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5 MAGGIO 2007, CONVEGNO SUL
TESTAMENTO BIOLOGICO
(brevemente, un saluto e una considerazione) |
Saluto il nostro Amministratore Apostolico Mons. Domenico Crusco la cui
presenza, mentre trattiamo argomenti che interessano l’uomo, è per tutti
garanzia e tranquillità. Di questo convegno ne è a conoscenza anche il
nostro Vescovo, Mons. Vincenzo Bertolone. Saluto affettuosamente il caro Dr
Aldo Foscaldi che presiede e rappresenta l’AMCI e lo ringrazio per avermi
coinvolto con la Commissione Diocesana per la salute nello spirito della
collaborazione reciproca. Un cordiale saluto al Sindaco e agli illustri
relatori.
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Si parte dal principio che l’uomo è relativo solo è unicamente al suo
Creatore e trascende, sotto un certo aspetto se stesso. Come essere
primordialmente intelligente è portato, per sua natura, a considerare la
vita come dono e quindi ad improntarla ai valori universalmente accolti che
non sono contro la vita, ma al contrario la proteggono e ne garantiscono il
suo sviluppo dal concepimento al naturale tramonto nella famiglia fondato
sul matrimonio.
Trattare il tema del convegno odierno, TESTAMENTO BIOLOGICO: aspetti
etico-scientifico-giuridici, equivale a sottolineare l’esatta visione
dell’uomo, e quindi a dare più forma ai fondamenti della deontologia e
dell’etica medica, agli scopi stessi della medicina e della ricerca
scientifica che obbiettivamente, quando agisce con onestà e senso di
responsabilità, non ha scopi di morte ma di vita così il medico che ne è
allo stesso tempo fruitore e maestro. Tuttavia non sono rare le posizioni
contrastanti.
Giovanni Paolo II affermava che l’uomo è giunto ormai ad un bivio: ha la
possibilità di fare del mondo e della convivenza umana un grazioso giardino
oppure trasformarlo in un cumulo di macerie, attraverso l’annientamento
ontologico di se stesso, della propria identità.
La stessa bioetica manifesta attualmente, in linea generale, uno smarrimento
fondativo assai preoccupante. Essa, infatti, mentre da un lato vorrebbe
porsi come garante di una comunità di valori, dall’altro, paradossalmente,
tende sempre più a contestare che ci siano valori e principi etici
universali ed assoluti, realizzando così (per usare un modo di esprimersi di
Benedetto XVI) una singolare forma di "apostasia" da sé stessa e dai
fondamenti che l’hanno portata alla luce.
Mons. Betori, attuale segretario della CEI, a proposito del testamento
biologico, ha dichiarato:
"Siamo preoccupati se un eventuale disegno di legge dovesse aprire a una
eutanasia di fatto. Il rischio maggiore riguarda il concetto della cura
della persona, cioè la possibilità di rinunciare all'alimentazione e
l'idratazione che aprirebbe la strada all'eutanasia di carattere passivo".
Mons.Betori ha avanzato poi una richiesta specifica ai legislatori dicendo:
"La volontà del paziente non si può imporre al medico, pena il venir meno
della sua stessa funzione. Eventuali disegni di legge dovrebbero essere
'chiusi' in questa direzione, per evitare scivolamenti di carattere
eutanasico".
Infine, consolidata in noi l’idea che non è l’etica della libertà che ci
rende liberi, ma è l’etica della verità che ci farà liberi, a un mondo che
paradossalmente sembrerebbe volesse svalutare la vita, far conoscere
l’importanza e la bellezza della verità ontologica e integrale dell’uomo,
illuminare e formare le coscienze al rispetto della vita umana in ogni stato
e condizione, rappresenta senza dubbio, oggi, una delle più alte forme di
carità, di amore verso l’uomo, poiché è particolarmente a quest’opera che
sono legate le sorti ed il futuro dell’umanità.
IL PARROCO
Sac. Carmine DE FRANCO
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