Anche una favola può far male ai bambini per cui è stata scritta, se
essa induce a falsità e disvalori. C’è però da dire che, nel caso della
favola imbastita da Dan Brown, i bambini ai quali è diretta non sono i
nostri figli, ma siamo noi adulti, noi che, per quanto riguarda il livello
di conoscenza dei fatti importanti della nostra religione, siamo rimasti
bambini, nel senso che siamo davvero fermi alle cose apprese da bambini, al
catechismo, molti cristiani non sanno neppure che c’è stato il Concilio Vat.
II. Per questo il libro può essere devastante, cioè a causa della nostra
ignoranza, e non tanto per le bugie blasfeme con cui è imbastito.
Sul “Codice da Vinci” infatti c’è poco da dire dal punto di vista
letterario: è un thriller, secondo alcuni avvincente, comunque un best
seller mondiale; in un certo senso è anche “onesto”, perché mette in guardia
anche il lettore più sprovveduto avvisandolo (almeno nelle edizioni oggi
circolanti), che Questo libro è un’opera di fantasia. Personaggi e luoghi
citati sono un’invenzione dell’autore, ed hanno lo scopo di conferire
veridicità alla narrazione. … .
Che volete di più? Dice sghignazzando compiaciuto l’editore della Mondadori.
Ed ha ragione.
Il problema è di chi compra il libro, che dimostra, tra l’altro, di avere
tanta fretta di abbeverarsi alle fandonie che esso propina, da non leggere
neppure la precisazione sopra riportata contenuta nel titolo stesso: Il
Codice da Vinci, un thriller di Dan Brown.
Un thriller, dunque, una favola raccontata a chi, adulto e smaliziato,
proprio non dovrebbe scomporsi e tanto meno lasciarsi influenzare.
Resterebbe, come resta, la motivazione blasfema di fondo e il cattivo gusto
per l’atteggiamento irriguardoso nei confronti dei credenti Cristiani, che
si sentono toccati nei loro sentimenti religiosi. Ma per questo aspetto il
rimedio c’è: basta non comprare il libro e non andare a vedere il film.
Posto in questi termini non c’è neppure bisogno di documentare la storicità
dei Vangeli attraverso disquisizioni scientifiche di paleografia e di
critica testuale e storica. È scientificamente attestato che il Vangelo è il
libro antico (cioè tra quelli scritti prima dell’invenzione della stampa)
più autentico e storicamente attendibile esistente al mondo; insinuare un
sospetto su di esso significa togliere valore a tutti i così detti testi
classici della letteratura e della storiografia. Comunque l’Autore stesso ha
ammesso che è una invenzione.
Ma la ragione fondamentale che dovrebbe garantire la imperturbabilità dei
Cristiani, almeno di quelli sufficientemente informati, di fronte a questi
attacchi, è un’altra, la certezza che il nostro credo non è fondato su di un
libro, il Vangelo, pure preziosissimo perché ispirato, ma sulla
testimonianza di vita proveniente da una fede che viene trasmessa
personalmente da padre in figlio. Cristo infatti ha Anche una favola può far
male ai bambini per i quali è stata scritta, se essa induce a disvalori
perché basata su falsità. C’è però da dire che nella favola imbastita da dan
Brown, i bambini ai quali essa è detto ai Discepoli: Andate in tutto il
mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura (Mc 16,15) , non ha detto:
Scrivete le cose che vi ho detto! A Maometto Allah avrebbe detto di scrivere
il Corano, che, per questo è, come libro in sé immutabile perchè parola di
Dio, all’origine della fede islamica. Per questo, sia il libro di Dan Brown
che tutti gli altri che si vanno inventando o scoprendo(il Vangelo di Giuda,
ad esempio)non dovrebbero scomporre i Cristiani.
Però è incontestabile che il libro di dan Brown abbia messo in mostra una
serie di problemi che non è esagerato definire allarmanti, e riguardano la
scarsissima cultura religiosa del cristiano d’oggi.
Quasi tutti quelli che lo leggono ammettono, infatti, di restarne scossi e,
a parte l’eventuale incidenza sulla loro fede, si lasciano convincere che
davvero negli armadi del Vaticano ci siano parecchi scheletri.
Per tutti costoro il consiglio che si può dare nell’immediato futuro è di
comprare uno degli ormai numerosi libri di risposta scientifica alle bugie
di dan Brown ed iniziare a dissipare i loro dubbi.
Resta, infatti, improrogabile per tutti i cristiani il problema di
approfondire con lo studio la conoscenza delle cose storiche intorno alla
fede l’aggiornamento del clero, per non esser ingannati dal furbo di turno,
che sceglie di far soldi sulla nostra ignoranza, che diventa dabbenaggine
che stimolerà l’appetito di altri Dan Brown pronti a sfruttare un filone
letterario rivelatosi tanto fruttuoso.
Il successo del Codice è, quindi, soprattutto uno schiaffo alle nostre
intelligenze. È un mettere a nudo la nostra scarsa cultura. Ricordate la
diatriba sulla preminenza delle Culture di qualche mese addietro? Non credo
che questo evento deponga a favore della cultura degli Occidentali. Lo
schiaffo non ce lo dà la presunzione degli Arabi, ma un furbo burlone, che
suscita il ghigno beffardo dell’editore del libro che, come ha detto padre
Cantalamessa, pur di far soldi si è prestato, come Giuda, a mentire su
Cristo, ma che comunque ha raggiunto il suo obiettivo: fare soldi. Il
problema è complesso sicchè la sua soluzione deve coinvolgere tutti, in
primis la Chiesa, come comunità ecclesiale e sociale, vale a dire Preti e
Laici. C’è l’esigenza di mettere tutti in grado di acquisire le necessarie
cognizioni scientifiche sulla verità storica di Cristo, dei Vangeli e della
Chiesa, che sono, per altro, le radici della nostra cultura, dal momento che
oggi, e sicuramente anche in un prevedibile immediato futuro, esse verranno
deliberatamente e subdolamente attaccate dagli avversari di Cristo.
La Chiesa, la nostra Chiesa, la Parrocchia in particolare, non può non farsi
carico di questa esigenza e, dopo essersi dotata di idonee strutture
didattiche di massa, tornare ad essere quel faro di cultura e di civiltà,
che è stata per secoli, a vantaggio di tutti gli “Uomini di buona volontà”.
Cristiano rinnova te stesso, sull’esempio della
Veronica e del Samaritano
Attorno al libro di Dan Brown, IL CODICE DA VINCI, soprattutto in questi
ultimi tempi si è creato un movimento di pensiero che fa molta fatica a
capire come la menzogna possa prendere il sopravvento sulla verità su fatti
realmente avvenuti. E poi, perchè tanto agitarsi, tanto accanimento, tanta
curiosità verso qualcosa che tenta di offuscare l’immagine di Cristo? La
risposta conduce alle ragioni di quel fuoco che Cristo ha portato sulla
terra con la sua venuta. Ecco perchè i suoi avversari approfittano di ogni
occasione, per tentare di farlo apparire come un impostore, come se Egli,
Cristo, arrecasse loro chissà quale torto o disturbo, Lui che da duemila
anni apparentemente tace appeso ad un legno, impotente, immobilizzato, senza
chiedere nulla e tanto meno imporre nulla a nessuno. Allora perché
prendersela con chi non può nuocere in nessun modo? La risposta c’è: è
l’inarrestabile divampare di quel fuoco che continua inesorabile a
purificare e a rinnovare la faccia della terra e la certezza che le forze
del male non prevarranno.
Il problema, dunque, inspiegabile non è Dan Brown, che ha ragioni
comprensibili che lo hanno spinto al suo progetto diabolico, successo e
denaro, ma è il comportamento del Cristiano con la fede tiepida, che cerca
Cristo la dove la perfidia umana l’ha ristretto, sporcato, percorso,
stravolto, sfigurandoGli il volto, in una maschera umana. Se proprio, il
cristiano vuole cercare oggi Gesù Cristo in questi luoghi infidi, lo faccia
come la Veronica che si è incamminata per cercarLo sulla via del Calvario.
Ad un tratto lo ha trovato che si trascinava portando la croce, lo ha
riconosciuto e ha ridato splendore al suo volto, pulendolo da ogni
sporcizia. Diversamente, lo lasci stare e andare, tanto va verso il patibolo
per tutti, amico di tutti; non intralci almeno la sua strada di uomo libero!
L’uomo, cristiano o non, che preferisce la menzogna alla verità, continuasse
ad andare per la sua via, e lasci andare Lui per la sua, lo lasci andare a
morire in pace per tutti.
Oggi c’è bisogno del coraggio della Veronica e dell’esempio del Samaritano.
Lasciare che l’"io" di Cristo prenda il posto del nostro "io" è stato in
modo esemplare l’anelito degli Apostoli Pietro e Paolo. San Paolo ha scritto
di sé: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" (Gal 2,20) . Prima
di loro e prima di ogni altro Santo, a vivere questa realtà è stata Maria
Santissima. E’ vero, soltanto il nostro identificarsi pienamente a Gesù può
dare risposte convincenti alle ideologie che avversano la Verità e ci rende
liberi missionari in un mondo che, in ogni ambito, tenta di fare del dubbio,
del sospetto, della menzogna il suo sistema di vita. A questo proposito,
soprattutto i luoghi di formazione, in particolare i seminari, devono
attrezzarsi al meglio per dare al futuro della Chiesa sacerdoti formati
integralmente sotto il profilo umano, culturale e soprattutto spirituale.
Capaci di rispondere con la vita alle esigenze della Chiesa, di dare
risposte chiare e convincenti alle istanze del mondo ed essere, come
pastori, la trasparenza del cuore di Cristo. L’intercessione di Maria
Santissima, ci ottenga di essere sempre fedeli alla vocazione cristiana. (cf.
Benedetto XVI)
La fede non può ridursi a puro atto verbale, ma deve trovare la sua
realizzazione nella vita di ogni giorno nel rapporto con il prossimo.
Non basta per esprimere la Verità raccontarla, è necessario testimoniarla
nell’esercizio della carità. (cf. Benedetto XVII)
Lo ribadisce l’Apostolo Pietro: “…pronti sempre a rispondere a chiunque
domandi ragione della speranza che è in Voi” (1Pt 3,15)
Sac. Carmine DE FRANCO
parroco
Comunicato stampa della Parrocchia Sacri Cuori |