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Il coraggio di essere


Desidero affidare l’attività dell’anno pastorale 2003-2004, che inizia con il mese di ottobre, dopo il convegno pastorale, alla particolare protezione ed aiuto della Vergine Maria.

Intanto propongo alla comunità, ed in particolare ad ogni collaboratore, qualche considerazione sulla realtà nella quale si opera. Oggi, come anche in altri periodi della storia, si assiste a un persistente relativismo insieme ad una sorta di diffuso soggettivismo, che non esclude il campo teologico ed etico, oltre che ad un materialismo pratico sempre più prevalente. In questo con- testo, con evidenti aspetti negativi pur tra positività, anche l’occasione della celebrazione dei sacramenti è ridotta, nella stragrande maggioranza dei casi, a puro sfarzo consumistico. E’ sotto gli occhi di tutti quel che avviene in occasione della celebrazione del Matrimonio e dei Sacramenti dell’iniziazione cristiana: Battesimo, Eucaristia (prima comunione), Cresima.

E’ giusto che la comunità viva queste occasioni in un clima di festa, ma non è dignitoso considerare questi momenti della vita della Chiesa persino relativi rispetto a tutta l’organizzazione consumistica che precede o segue la cele-brazione in chiesa. Un tale comportamento, ormai generalizzato, è veramente grave sotto il profilo morale. Infatti, mentre nel mondo la maggioranza dei figli di Dio implora un pezzo di pane per sopravvivere, qualche indumento per coprirsi, un paio di ciabatte per non peregrinare a piedi nudi e medicinali per curarsi, una minoranza di altri suoi figli, indifferenti ai bisogni primari degli altri fratelli, vive nell’opulenza. Sono gli stessi che hanno l’impudenza di farsi chiamare benefattori per il solo fatto che, di tanto in tanto, fanno cadere dalla propria mensa qualche briciola di pane per il povero Lazzaro. Il cristiano, spinto dalla carità di Cristo, non può continuare a vivere in questa contraddizione, anzi, deve iniziare a gridare contro l’ingiustizia espressa anche in tante altre forme ancora più gravi.
Nella famiglia di Dio non ci può essere pace fino a quando esistono Lazzaro ed il ricco Epulone, Caino che uccide il fratello e chi nutre nel proprio cuore vendetta contro Caino.Dio, è vero, non ha chiesto all’uomo il permesso di crearlo ma, per la sua felicità, gli ha chiesto di collaborare con Lui, dandogli gli strumenti per farlo: la sua Parola, i comandamenti. Nella pienezza dei tempi ha mandato suo Figlio, sua completa e definitiva rivelazione, che ha accompagnato l’uomo per un breve tratto di strada, parlandogli del Padre e consegnandogli i mezzi per conseguire la Salvezza: il Vangelo, i sacramenti, la sua stessa vita, la forza dello Spirito Santo e la Chiesa, strumento e segno di unità per tutta l’umanità. L’uomo non vanifichi questo patrimonio, ma lo faccia fruttificare per l’avvento del regno dove un giorno giustizia e pace si baceranno. “Il regno di Dio, infatti, non è questione di cibo o di bevanda, ma di giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo: chi serve Cristo in queste cose, è bene accetto a Dio e stimato dagli uomini”. (Rm 14,17-19)

Tanti benemeriti cristiani che sotto la guida del proprio Pastore e tutti insieme illuminati dalla Spirito Santo collaborano nella Chiesa, devono ricordarsi che a Cristo Signore offrono il loro servizio. In questo senso, essi non sono dipendenti degli uomini ma servi di Dio, operai chiamati a lavorare nella sua vigna ricompensati con la vita eterna. Alla già difficile e delicata realtà socio-culturale, brevemente descritta, si deve aggiungere il flusso di popoli che fuggono dai propri paesi dando luogo ad una società multietnica che bussa in particolare alla porta della Chiesa cattolica per chiedere accoglienza, lavoro, pane, offrendo l’opportunità ai cristiani, animati da spirito missionario, di proporre il Vangelo di Cristo. Chi collabora più strettamente, ed ogni membro della comunità che, in virtù del battesimo, è coinvolto nell’opera di evan- gelizzare, deve tenere presente che il modo migliore per farlo, insieme alla carità, alla testimonianza e all’impegno concreto nel sociale, è la preghiera che, fatta con fede, diventa lo strumento missionario più efficace.
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Il Battesimo-uno dei tre sacramenti dell’iniziazione cristiana posto a fon-damento di tutta la vita-merita una attenzione del tutto particolare. I giorni in cui viene amministrato, a partire dal prossimo mese di ottobre, sono la prima e l’ultima domenica di ogni mese durante la santa Messa delle ore 11,00, per dare al Parroco la possibilità di organizzare almeno tre incontri pre-battesimali
Questi incontri, per i genitori, padrini e madrine, si terranno nei locali della

Parrocchia antecedentemente alla prima domenica di ogni mese. La notizia della nascita di un bimbo o di una bimba offre al Parroco la gioia di elevare a Dio una preghiera di ringraziamento.
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Agli organismi di partecipazione, ai gruppi ecclesiali, ai gruppi di servizio, di formazione, di raccordo e di assistenza, si ricorda che per concludere l’anno pastorale con qualche risultato positivo in tutti gli ambiti, a favore della comunità, non escluso quello economico, occorre la collaborazione concreta e sincera da parte di tutti. Inoltre, per la pace di tutti, nessuno prenda iniziative senza prima averle vagliate insieme con gli altri nei rispettivi ambiti preposti, illuminati dallo Spirito Santo, alla luce della Parola e degli orientamenti della Chiesa particolare ed universale.
Si avverte ovunque la necessità di un clima di pace, unità e comunione. Ciò può avvenire se i fedeli si sforzano di vivere la vita della propria comunità parrocchiale considerandola una famiglia, nella quale si nasce, si cresce e si trascorre l’esistenza con i suoi eventi. Più importante di tutto è ritrovarsi soprattutto nel giorno del Signore, la Domenica, per celebrare l’Eucarestia e nutrirsi della Parola e del Pane di vita che è Cristo. Una Comunità che si sforza di vivere questa proposta, interagisce serenamente con le altre comunità sorelle; tutte insieme si sentono unite come Chiesa locale, la Diocesi, attorno al proprio Vescovo, segno di unità e di comunione con la Chiesa universale. Infine, la famiglia, la scuola, la parrocchia sono la palestra, nella quale la persona si forma ai valori più alti: il bene comune, la solidarietà, il senso di Chiesa. Quando questi settori del tessuto sociale vanno in crisi, come si può constatare, le conseguenze negative sono inevitabili. Chi, però, pensando al passato, osserva il presente guardandolo con gli occhi di Dio, intravede in ogni modo un futuro migliore.

Sac. Carmine DE FRANCO
parroco
 

   

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