Ogni uomo di buona volontà è raggiunto dalla parola del Signore, amplificata
oggi dal Santo Padre: “Duc in altum!” (Lc 5,4). “Questa parola risuona oggi
per noi e ci invita a fare memoria grata del passato, a vivere con passione
il presente, ad aprirci con fiducia al futuro: Gesù è sempre lo stesso,
ieri, oggi e sempre”. (Eb 13,8) - (N.M.I.) Inoltre, questa è una parola che
sollecita “a dare uno sguardo realistico al contesto nel quale siamo
chiamati ad offrire la nostra testimonianza” (Cfr. Comunicare il Vangelo in
un mondo che cambia). Con la mente sempre rivolta a Cristo, ogni azione
pastorale deve assumere la dimensione missionaria, rispondere generosamente
all’invito del Signore: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni” (Mt
28,19). In questo dinamismo missionario le parrocchie che interagiscono fra
di loro ed insieme con la Diocesi, di cui sono cellule vitali, svolgono un
ruolo fondamentale. Infatti, “non c’è missione efficace se non in uno stile
di comunione” (Cfr. Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che
cambia). Richiamo brevemente l’attenzione dei collaboratori pastorali su
qualche considerazione inerente alla realtà nella quale si opera. Oggi, come
in altri periodi della storia, anche tanti cristiani ritengono che tutto sia
relativo insieme a un diffuso soggettivismo, che non esclude il campo etico,
il rapporto con Cristo e la Chiesa, oltre che un materialismo pratico sempre
più crescente. La comunità, sotto il profilo socio-culturale, non si
presenta più omogenea. L’immigrazione ha portato anche a Castrovillari nuove
presenze con culture, tradizioni e religioni proprie, offrendo l’opportunità
ai cristiani, animati da spirito missionario, di proporre il Vangelo di
Cristo. Per farlo, le parrocchie presenti sul territorio, devono attrezzarsi
di una pastorale integrata e di comunione (Cfr. Il volto missionario delle
parrocchie) per annunciare più efficacemente Gesù Cristo. In questo contesto
anche la formazione relativa ai sacramenti deve assumere carattere
missionario nella quale devono essere coinvolte soprattutto le famiglie. (Cfr.
Il volto missionario delle parrocchie) E’ ormai inconcepibile che
l’occasione della celebrazione dei sacramenti (Matrimonio, Battesimo, Prima
Eucarestia, Cresima) venga ridotta, nella stragrande maggioranza dei casi, a
puro sfarzo consumistico. Questi momenti della vita devono essere vissuti in
un clima di festa, ma non è dignitoso considerarli relativi persino rispetto
a tutta l’organizzazione consumistica che precede o segue la celebrazione in
chiesa. E’ sotto gli occhi di tutti lo scandalo che si consuma nel mondo:
pochi godono pienamente dei beni della terra, vivendo nell’opulenza, mentre
la maggioranza dei figli di Dio implora un pezzo di pane per sopravvivere.
Il cristiano, spinto dalla carità di Cristo, non può continuare a vivere in
questa contraddizione, anzi, deve iniziare a gridare contro l’ingiustizia
espressa anche in tante altre forme ancora più gravi.
Fra i popoli non ci può essere pace fino a quando esistono Lazzaro ed il
ricco Epulone, Caino che uccide il fratello e chi nutre nel proprio cuore
vendetta contro Caino. Dio, è vero, non ha chiesto all’uomo il permesso di
crearlo ma, per la sua felicità, gli ha chiesto di collaborare con Lui,
dandogli gli strumenti per farlo: la sua Parola, i comandamenti. Nella
pienezza dei tempi ha mandato suo Figlio, sua completa e definitiva
rivelazione, che ha accompagnato l’uomo per un breve tratto di strada,
parlandogli del Padre e consegnandogli i mezzi per conseguire la Salvezza:
il Vangelo, i sacramenti, la sua stessa vita, la forza dello Spirito Santo e
la Chiesa, strumento e segno di unità per tutta l’umanità. L’uomo non
vanifichi questo patrimonio, ma lo faccia fruttificare per l’avvento del
regno dove un giorno giustizia e pace si baceranno. “Il regno di Dio,
infatti, non è questione di cibo o di bevanda, ma di giustizia, pace e gioia
nello Spirito Santo: chi serve Cristo in queste cose, è bene accetto a Dio e
stimato dagli uomini”. (Rm 14,17-19) Tanti cristiani che collaborano nella
Chiesa in questa difficile e delicata realtà socio-culturale brevemente
descritta, devono ricordarsi che a Cristo Signore offrono il loro prezioso
servizio. In questo senso, essi sono servi di Dio, operai chiamati a
lavorare nella vigna del Signore, ricompensati con la vita eterna. Anche
alla comunità parrocchiale ricordo che per concludere l’anno pastorale in
corso, con qualche risultato positivo in tutti gli ambiti, occorre la
collaborazione generosa, concreta e sincera da parte di tutti, soprattutto
da parte del Consiglio Pastorale e Affari Economici, dei gruppi ecclesiali,
dei settori di servizio, di formazione, di raccordo e di assistenza. Il
momento più importante è ritrovarsi nel giorno del Signore, la Domenica, per
celebrare l’Eucarestia e nutrirsi della parola e del pane di vita che è
Cristo. (Cfr. Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucarestia; Cfr. C. E. I. Il
Volto Missionario delle Parrocchie). Solo dalla compartecipazione alla mensa
eucaristica la comunità riceve la forza per essere presenza viva e attiva
sul territorio. Infine, per sottolinearne ancora l’importanza, la famiglia è
il luogo nel quale la persona si forma ai valori più alti: la giustizia,
l’onestà, la speranza, la solidarietà, alimenta la fede. Quando va in crisi,
le conseguenze negative, nella società, sono inevitabili. Di fronte alle
sfide, dunque, di
quest’epoca di forti cambiamenti, è urgente, raccomandano i Vescovi, un
rinnovamento pastorale della parrocchia in senso missionario. Grazie a Dio,
in questo, il documento dei Vescovi, non ci trova del tutto impreparati,
perché è Gesù Cristo stesso che ha detto duemila anni fa, dopo le ore della
sofferenza e l’evento della sua risurrezione e lo ripete ancora oggi, alla
sua Chiesa: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni
creatura”. (Mc 16,15)
I Padri, dopo l’esperienza della Pentecoste, certi della presenza di Cristo:
“Io sono con voi tutti giorni” (Mt 28,20), hanno risposto con fedeltà,
portando la buona notizia fino agli estremi confini della terra.
Questa parola, “fino agli estremi confini della terra”, non va accolta
soltanto nel suo significato letterale - geografico ma figurato. Infatti,
oggi, può essere la famiglia, la scuola, la politica, le istituzioni, ogni
uomo o donna che non ha avuto l’opportunità di fare esperienza dell’amore di
Dio: anche il fratello bisognoso accanto può essere l’estremo confine della
terra verso il quale è urgente dirigersi per essere testimone di speranza,
amore , carità; per proporre e far vedere Gesù Cristo con la vita. (Cfr. N.
M. I. )
Occorre soltanto avere il coraggio di accogliere l’invito di Cristo, divino
maestro e pastore, e con fiducia prendere il largo per gettare le reti nel
mare piuttosto agitato di questo tempo.
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