torna alla pagina iniziale invia una e-mail

vai alla home page
la  posizione geografica
il parroco
la parrocchia
gli organismi parrocchiali
le comunicazioni
i gruppi
i contatti
Dal Libro:
La Chiesa di S. Nicola di Bari in Lauria e il suo territorio

INTRODUZIONE DELL’AUTORE (1)
L’AREA DEL SIRINO-POLLINO
breve excursus storico
(2)

Su questa traccia si snoda il contenuto dell’opera del Sac. Carmine De Franco: LA CHIESA S. NICOLA DI BARI IN LAURIA E IL SUO TERRITORIO-Materiale per una storia, Ed. Osanna, Venosa Storia.

(1) In questi ultimi tempi sono state presentate numerose pubblicazioni di sapore locale a sfondo socio-culturale o storico ambientale, specie sul Meridione d’Italia. Molte di queste opere sono di modeste pretese, mirano a visitare regioni e paesi, usi e tradizioni, condizioni di vita o novità emergenti, più per far da pionieri, cominciando il discorso, che non per approfondirlo e studiarlo. Altre opere sono frutto di attenta e faticosa ricerca scientifica e, pur partendo a volte da visioni diverse, tendono sinceramente a ritrovare nella realtà osservata, sociale o storica, una linea interpretativa più o meno plausibile.


Cartina Area Sirino - Pollino

Grafico dell'area Sirino - Pollino nella storia
 

Questo studio, anche se non condivide in tutto nessuno dei due caratteri accennati, è come un nuovo modo di tracciare il profilo storico degli eventi e delle cose. Esso intende offrire un contributo al presente storico-geografico delle tre valli Mercure-Lao, Noce e Sinni, nel quale ha avuto il suo evolversi la storia civile e religiosa della comunità di Lauria. Il succedersi degli avvenimenti nell’area analizzata offre la possibilità ed insieme la soddisfazione di conoscere meglio le radici del presente e di ricostruire più esattamente, fin dove è possibile, la storia della Chiesa “S. Nicola di Bari”, ripercorrendo le vicende alle quali in qualche circostanza la stessa ha partecipato anche in modo eroico. Il progetto si presenta come un “album di famiglia”, la famiglia della Chiesa “S. Nicola di Bari” in Lauria: c’è il documento d’archivio, c’è la traccia di avvenimenti passati, c’è il discorso geografico, la fotografia, la linea pastorale, la descrizione di edifici sacri, l’emergere di ricordi e di speranze. Più ci si avvicina a noi più il discorso e il confronto si fanno chiari, completi, personali, nella consapevolezza che il presente si radica necessariamente e, si direbbe, vitalmente nel passato.
L’“album” di visitazione del passato e del presente si snoda attorno alcuni momenti e nodi della memoria:
- Squarci essenziali di storia civile e religiosa del meridione e della zona di Lauria.
- Eventi storici più immediatamente vicini a Lauria e cenni sulla fondazione del paese e della parrocchiale Chiesa “S. Nicola di Bari”.
- Presenza ecclesiastica e vita religiosa, più esattamente, dal 1500 ai nostri giorni.
- Il Clero, gli Arcipreti e il Venerabile don Domenico Lentini.
- Storia e documenti sulla struttura e ristrutturazione dell’edificio sacro di “S. Nicola” tra ‘800 e ‘900.
- Iniziative e richieste di restauro dagli anni ’50 in poi.
- Opere di restauro, descritte in dettaglio, sotto il Parroco De Franco.
- Santuario dell’Assunta (cenno storico, documentazione, opera di restauro).
- Convento di S. Antonio (cenni storici e documenti).
- Cappelle urbane e rurali demolite, esistenti o in ruderi (cenni storici e documenti).
- Centro Sociale Agricolo per Anziani “Nicolao”.
- Palazzo Vescovile (storia, documenti,restauro).
- Casa canonica (costruzione, documentazione).
- Pubblicazioni (di argomento pastorale e religioso, sociale, culturale).
Sono tracce che hanno come semplice filo logico la vita di una parrocchia cioè di una Comunità cristiana, erede di un passato non inglorioso e perciò chiamata a scrivere nuove pagine d’impegno, di passione, di futuro.
Queste tracce vengono offerte all’attenzione dello studioso, come a tutti quelli a cui sta a cuore la ricerca della memoria di una famiglia, in particolare anche a coloro che, a causa del tempo, ricordano questo passato in maniera offuscata o pregiudiziale.
Quest’opera viene affidata a tutti e in special modo al ricercatore per completarla in quelle parti più bisognevoli di una più accurata ricerca.
Si ringraziano tutti coloro che in vario modo hanno collaborato con l’autore.

***
(2) La storia non è un insieme caotico e disordinato di epoche e di avvenimenti, ma è un flusso dinamico progressivo in cui il cristiano vede il realizzarsi lento, ma inesorabile del piano di Dio. Così anche la storia antica o recente della Chiesa “S. Nicola di Bari” in Lauria non è un punto isolato e insignificante nel fluire del tempo storico dell’ambiente in cui è inserita, ma anzi, insieme ad altre realtà, ne è come l’erede e la continuatrice. Lauria è arroccata sul tratto appenninico detto “lucano”, fra le alte cime del Sirino-Papa (m. 2005 s.l.m.) e del Pollino (Dolce Dorme, m. 2266 s.l.m.) al punto di confluenza delle tre grandi valli fluviali del Noce, del Sinni e del Mercure-Lao, a cavallo tra lo spartiacque jonico e quello tirrenico. L’Appennino fu provocato dal movimento del continente africano verso quello europeo circa 20 milioni di anni fa: da questo immane sommovimento, tuttora in atto, nasce pure il tratto montano Sirino-Pollino soggetto ai conseguenti lunghi periodi glaciali e interglaciali, con grandi bacini lacustri (Mercure, Noce), sulle cui sponde pullula la vita vegetale e animale.
Le prime testimonianze della presenza umana nell’area Sirino-Pollino rimontano a circa 12000 anni fa: si tratta dell’uomo paleolitico (grotta del Romito nella valle del Lao), cacciatore e raccoglitore. Migliorando il clima, verso il 5400 a.C. si passa all’epoca più evoluta del Neolitico: l’uomo comincia a praticare agricoltura e pastorizia (villaggi e reperti di Morano, Castrovillari, Chiaromonte, Latronico tra il 2500 e il 1000 a.C.). Nell’età del bronzo, verso il 730 a.C., inizia la colonizzazione greca delle coste meridionali d’Italia con il sorgere di fiorenti città: attorno al Sirino-Pollino abbiamo Sibari, Turi, Siri, Lao, Blanda, Pissunte. I Greci sottomettono le popolazioni costiere e influenzano profondamente gli autoctoni dell’interno (come da reperti di Castrovillari, Morano, Viggianello, Castelluccio, Rivello, Lagonegro, Lauria, Maratea, Noepoli). Intorno al 500 a.C. giungono dal nord dell’ Appennino, I bellicosi Lucani e Bruzi, assoggettano definitivamente le popolazioni indigene e si scontrano continuamente con i greci delle coste; verso il 356 a.C. i Bruzi creano una confederazione a sud del Pollino, a nord restano i Lucani raggruppati in vari “clan” attorno ad alcune roccaforti principali nell’ area compresa tra il Vulture, il fiume Bradano, il Pollino, il fiume Lao e il fiume Sele.
Tra il 300 e il 200 a.C. i Romani iniziano la conquista della Calabria e della Lucania, prima sottomettendo le colonie greche e poi, dopo lotte dure e sanguinose, i Lucani e i Bruzi dell’ interno: si può dire che proprio sotto i Romani comincia il periodo di decadenza sociale, culturale e ambientale: tutta la Lucania infatti, diventa demanio pubblico e viene sottoposta a intenso sfruttamento forestale ed economico. Anche il massiccio Sirino-Pollino segue la medesima sorte e le pur notevoli opere pubbliche romane (Cerulo, Via Popilia) sono costruite soltanto a scopo commerciale e militare: questo trattamento romano tendeva probabilmente a bloccare qualsiasi riorganizzazione dei fieri Lucani, che mal sopportavano il dominio di Roma. Anche in Lucania la penetrazione della fede in Cristo cambia il corso della storia: il cristianesimo si diffonde già dai primi secoli nei centri costieri, lungo la rete viaria romana, nei presidi interni, specie ad opera di soldati, commercianti e viaggiatori; nel 500 la Chiesa è già consolidata, con un territorio suddiviso in diocesi (nella nostra zona Turi, Blanda, Bussento, Anglona?). Tra il 600 e il 700 I Longobardi entrano nel meridione d’Italia (Benevento, Salerno) e nell’800 anche la zona Sirino-Pollino è sotto il loro dominio (famosi i gastaldati longobardi di Laino e di Cassano), ma nello stesso secolo tutta l’area (come gran parte della Lucania e della Puglia) vede l’arrivo di numerosi monaci orientali e bizantini provenienti dall’Oriente, dalla Sicilia e dalla Calabria in cerca di pace e di libertà religiosa, sotto l’incalzare dell’Islam e dell’iconoclastia. Comincia per il territorio un epoca nuova, feconda, vivace, sia a livello culturale-religioso che a livello socio-politico, pur con lo sfondo del dissidio tra bizantini greci e longobardi latini, dissidio che nel 900 si risolve a favore dei primi (nel 968 il patriarca di Costantinopoli istituisce la sede episcopale di Tursi, già capitale del Tema bizantino di Lucania; a questo periodo rimonta forse il titolo greco della regione di “Basilicata”). Di quest’ epoca sono le famose Eparchie del Mercurion (con numerosi centri collegati con le bizantine Rossano e Reggio), del Latiniano ( con i centri di Noia e Carbone, dove sorgeva il monastero dei SS. Elia e Anastasio), del Cilento (attorno all’ odierno santuario del Gelbison). L’Eparchia basiliana del Mercurio si estendeva dalle foci del Lao al bacino del Mercuri fino alla valle del Noce con laure, cenobi, agglomerati fortificati, santuari: certamente vi era una laura fra le rocce dove è oggi situato il Santuario dell’Assunta in Lauria, così come nel rione inferiore sorgeva il cenobio di S. Filippo. I monaci basiliani rinvigorirono nella zona l’attività agricola e artigianale con metodi orientali, il che diede nuovo impulso all’economia locale tanto da determinare un imponente flusso immigratorio. Purtroppo i nuovi fabbisogni comportarono l’abbattimento ulteriore di foreste. Nella prima metà del 1100 penetrarono nel Sirino-Pollino i Normanni, determinando lunghe lotte con longobardi e bizantini; alla fine ottengono il predominio e cominciano una completa ristrutturazione politica, religiosa e amministrativa della zona, favoriscono la penetrazione benedettina, ma tollerano anche i monaci greci, che resteranno in pochi centri fino a oltre il 1400. Con i Normanni si crea quel particolare sistema politico di contee feudali che eserciterà il suo influsso negativo per secoli sia nei confronti del popolo, sia nei confronti dell’ambiente. Nella valle del Noce aveva esercitato la sua influenza ecclesiastica la sede episcopale di Bussento o Pissunte (antica del secolo IV – V ) crocevia della cultura latina, bizantina e araba, ma solo con il decreto di Alfano, Arcivescovo di Salerno, nel 1079 la Diocesi di Bussento-Policastro riceve una stabile ristrutturazione. Fra i suoi centri vengono nominati Lauria Seluci. Da quest’epoca, ecclesiasticamente parlando, il territorio Sirino-Pollino non risulterà mai più omogeneo, la valle del Noce graviterà su Policastro e quindi sulla provincia salernitano-lucana, il bacino del Mercuri su Cassano e quindi sulla Calabria, la valle del Sinni su Tursi e quindi aperta a influenze pugliesi e orientali.
Con la morte di Federico II (1250), cade in declino il dominio svevo sull’Italia meridionale, insidiato dagli Angioini sostenuti dal Papa; alla fine del 1200 gli Angioini tengono tutto il sud d’Italia, ma la politica feudale non cambia, anche se cambiano i feudatari: la zona del Sirino-Pollino passa dal predominio dei Chiaromonte a quello dei Sanseverino. Gli Angioini favoriscono la penetrazione francescana da Napoli e da Salerno, cosicché nel periodo normanno-angioino, nella nostra zona, ai pochi e tollerati monaci greci si aggiungono grandi abbazie di monachesimo latino (la cistercense S. Maria del Sagittario, la certosa di S. Nicola) e numerosi conventi francescani. Tra il 1400 e il 1500 si stanziano nel sud e anche attorno al Pollino i profughi albanesi fuggiti dalla patria a causa dell’invasione turca; l’antica cultura orientale-bizantina sembra riprendersi, data la fierezza e l’attaccamento alle proprie tradizioni di questi immigrati, che si integrano con i calabresi e i lucani non senza difficoltà. Nel 1500 per l’Italia meridionale comincia la dominazione spagnola. La situazione politico-sociale diventa precaria, aggravata da calamità naturali, carestie, pestilenze e guerre: i banditi abbondano, i soprusi dei signori spagnoli e locali esasperano il popolo; a Lauria cè una certa vivacità socio-religiosa dal momento che i vescovi di Policastro l’ hanno eletta a sede estiva. La monarchia borbonica inizia con Carlo III (1734), sovrano bene intenzionato ad adoperare riforme positive, ma i suoi successori si rivelano inetti, la situazione degenera sempre di più: alla strenua difesa dei propri diritti feudali della nobiltà di provincia e dei notabili fa riscontro la paurosa miseria delle masse popolari, cosicchè la rivoluzione francese con i suoi ideali di libertà ed uguaglianza penetra anche nel meridione d’Italia e nel Sirino-Pollino, e diventa teatro strategico degli scontri tra forze rivoluzionarie e forze borboniche (assedio di Lauria, battaglia di Campotenese del 1806). La restaurazione borbonica del 1815, comunque, cancella anche le prime deboli riforme che sotto la Repubblica Partenopea e nel decennio francese si erano intraviste; seguono i moti rivoluzionari per la libertà e l’unità, con pagine gloriose di eroismo.
L’unità d’Italia del 1861 trova nel Sud martoriato dalla storia: analfabetismo, miseria, brigantaggio, sfruttamento e arretratezza, terremoti e frane; nasce quella che viene chiamata la “questione meridionale”. Il giovane Stato italiano non sa rispondere momentaneamente che con l’aprire le porte all’ emigrazione; a cavallo dei due secoli, numerosi gruppi umani del Sud, compreso in primo piano il territorio del Sirino-Pollino, partono per la mitica America. Le due guerre mondiali sottraggono uomini e risorse al Sud, che tra l’altro è così lontano dagli interessi che hanno causato i due conflitti: per conseguenza si ha un altro massiccio flusso migratorio verso il nord d’ Italia e nei paesi centro-europei, flusso che sembra attenuarsi solo dal 1970-1975 in poi. Dall’ultimo dopoguerra il meridione d’Italia, pur tra tantissimi problemi di varia origine e ancora non pienamente risolti, ha conosciuto tuttavia un sostanziale sviluppo economico e sociale. Il territorio del Sirino-Pollino, nella parte lucana, dal 1973 conosce una certa unità ecclesiastica, quando cioè la parte potentina del bacino del Mercure e la prestigiosa parte potentina della Diocesi di Policastro vengono accorpate alla Diocesi di Anglona-Tursi con la nuova denominazione di Tursi-Lagonegro, suffraganea di Potenza, come tutte le altre Diocesi lucane attuali. Tale unità, purtroppo, nonostante la buona volontà di pastori e fedeli, data la millenaria divisione e la caratteristica del territorio accidentato, risulta tutt’oggi ancora precaria e vacillante: è vero però, come risulta evidente da questo breve panorama storico, che la divisione è sempre madre del regresso.

Sac. Carmine De Franco

vai all'inizio pagina

start control statistic web  5 ottobre 2007

® Parrocchia dei Sacri Cuori - Piazza Giovanni XXIII - 87012 Castrovillai (Cs)

optimized internet explorer

web project management © Web Study

view 800 X 600